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2007 |
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- Unità e alleanze per migliorare la proposta della Commissione
- Una ocm più orientata al mercato
- Nel segmento del fresco si punta ancora sulle organizzazioni dei
produttori
- Il disaccoppiamento degli aiuti e i rischi connessi
La riforma dell’organizzazione comune di mercato per il settore
ortofrutticolo si inserisce in un contesto storico particolarmente
difficile, caratterizzato da ricorrenti crisi, un generale calo dei consumi,
dall’allargamento dell’Ue a 27 e da una sempre maggiore pressione politica
in sede Wto per liberalizzare gli scambi mondiali. L’impianto normativo
della nuova ocm riguarda sia gli ortofrutticoli freschi, sia i trasformati:
nel settore del fresco viene confermato il ruolo centrale delle
organizzazioni di produttori nella gestione del mercato.
Un più spiccato orientamento al mercato rispetto alle vecchie norme trova
conferma anche dall’abolizione sostanziale del meccanismo dei ritiri per
crisi contingenti, d’ora in avanti riservato ai soli soci di op, la qual
cosa suscita non poche preoccupazioni tra gli addetti ai lavori. La vera
novità è però l’introduzione del disaccoppiamento degli aiuti applicato a
tutta l’ortofrutta, anche se saranno i singoli Stati membri a deciderne le
modalità di applicazione. Fa discutere l’orientamento della Commissione di
applicare un disaccoppiamento totale degli aiuti a pomodoro, agrumi, pesche
e pere.
I produttori stanno valutando il documento, anche se le riserve già
manifestate sono numerose. Modifiche sui passaggi più discussi saranno
possibili solo se le rappresentanze agricole nazionali sapranno individuare
alternative praticabili, mostrandosi unite e cercando alleanze con quelle
dei Paesi partner europei.
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