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L'Informatore Agrario
Sommario rivista Approfondimento
7
 16 - 22 Feb.

  2007
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Attualità POLITICA

Schedario viticolo all’ultima chiamata

La riforma dell’ocm vino è alle porte

Il possibile disaccoppiamento degli aiuti al settore rende indispensabile completare lo Schedario entro il prossimo 28 febbraio. Dopo tanti anni restano ancora dei problemi da risolvere.


La conta del vigneto Italia, ovvero il completamento dello Schedario viticolo, è stata così lunga e complessa che non si ha quasi il coraggio di dire che siamo ormai in dirittura d’arrivo.
Il regolamento comunitario che imponeva di schedare i vigneti ha ormai vent’anni e la sua attuazione è costata cifre che nessuno sa più contare; si sono fotografati i vigneti dall’aereo, si sono intervistati i viticoltori aprendo appositi uffici decentrati dell’Agea, che allora si chiamava Aima, si sono «stirate» in lungo e in largo le foto aeree per cercare di farle coincidere con le mappe catastali, ma i numeri dei Censimenti Istat e dello Schedario restavano distanti. Quando nel 1999 la riforma dell’ocm colse gli operatori impreparati fu inventato il concetto di «Inventario viticolo» che era come dire: «Lo schedario non ce l’abbiamo ancora, ma i vigneti su cui fare i conti dovrebbero essere più o meno questi».
Ora siamo alle porte di una nuova riforma dell’ocm vino e la conta deve assolutamente concludersi. Infatti, una delle possibili strade della riforma è addirittura quella di togliere ogni aiuto al settore per dare una cifra forfettaria per ettaro, come già accade ai seminativi, ed è evidente che avere i vigneti catalogati con esattezza diventa indispensabile, sia per assecondare questa deriva, sia per tentare di negoziare soluzioni diverse.
Lo strumento informatico dello Schedario è un software chiamato «Potenziale viticolo» che già con la vendemmia 2005 venne collegato alle dichiarazioni di produzione vitivinicola per verificare che chiunque dicesse di avere prodotto uva avesse alle spalle una iscrizione dei vigneti nello Schedario; chi non risultava collegato generava la cosidetta anomalia che impediva di accedere agli aiuti comunitari. Con la vendemmia 2006 il controllo è entrato maggiormente nel dettaglio e non è più stato sufficiente che dietro ogni dichiarazione di produzione ci fosse una dichiarazione delle superfici vitate, ma doveva esserci anche corrispondenza quantitativa tra gli ettari.
In caso di «disallineamento» dei dati non era neppure possibile stampare la dichiarazione e quindi si trattava, non solo di essere esclusi dagli aiuti comunitari, ma addirittura di rischiare la sanzione per omessa presentazione della dichiarazione di produzione. Se i software per la dichiarazione di produzione fossero stati messi a disposizione tempestivamente, oggi il lavoro potrebbe essere praticamente completo. Purtroppo è stato possibile iniziare a presentare le dichiarazioni che scadevano al 12 dicembre scorso soltanto a metà novembre, forse sperando nell’ennesima proroga comunitaria che però, quest’anno, ci è stata negata.

Soluzioni all’italiana
Con una inventiva degna della nostra migliore tradizione si sono venuti a creare due modi, molto diversi tra loro, di presentare la dichiarazione di produzione: alcuni hanno optato per la consegna cartacea ad Agea entro il 12 dicembre, mentre altri hanno preferito iniziare una trasmissione telematica tramite i Centri di assistenza agricola, confidando nella possibilità di poter poi completare le rettifiche al potenziale viticolo e la dichiarazione di produzione nel successivo mese di gennaio 2007.
Chi ha seguito la via cartacea ha quindi presentato le dichiarazioni «come ha potuto», allegando spesso modelli F1 approssimativi, visto che i propri fornitori avevano optato per la trasmissione telematica e non disponevano ancora di documenti definitivi.
Chi ha scelto la trasmissione telematica ha iniziato una sorta di braccio di ferro con Agea dato che il sistema non consentiva di presentare la dichiarazione se anche un solo fornitore risultava ancora disallineato con il potenziale viticolo.
Con il passare dei giorni la situazione diventava sempre meno sostenibile, in quanto i produttori incominciavano a dover presentare le dichiarazioni per poter inoltrare contratti di distillazione, di magazzinaggio o per far fronte ai controlli sull’arricchimento.
A fine gennaio è stato finalmente consentito di stampare le dichiarazioni anche in presenza di anomalie, notificando nella stampa stessa che le anomalie esistevano e si sarebbero dovute risolvere entro il 28-2-2007, pena l’esclusione dagli aiuti comunitari.
In buona sostanza, con la fine del corrente mese di febbraio tutti coloro che hanno detto di aver prodotto uva da vino nella vendemmia 2006 dovrebbero avere la corrispondente superficie di vigneto regolarmente dichiarata nello Schedario, ma restano ancora alcune aree di incertezza dovute alle dichiarazioni presentate in forma cartacea, ad alcuni disallineamenti informatici dei codici fiscali che potrebbero generare delle anomalie apparenti e ad alcune difficoltà residue generate dalla regionalizzazione degli Schedari di Toscana, Lombardia e Veneto che hanno creato problemi a quelle persone giuridiche che, avendo una sede legale in una regione, gestiscono vigneti situati in un’altra.

 

Sommario rivista Giulio Castagno


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