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Schedario viticolo all’ultima chiamata |
La riforma dell’ocm vino è alle porte
Il possibile disaccoppiamento degli aiuti al settore rende indispensabile
completare lo Schedario entro il prossimo 28 febbraio. Dopo tanti anni
restano ancora dei problemi da risolvere.
La conta del vigneto Italia, ovvero il completamento dello Schedario
viticolo, è stata così lunga e complessa che non si ha quasi il coraggio di
dire che siamo ormai in dirittura d’arrivo.
Il regolamento comunitario che imponeva di schedare i vigneti ha ormai
vent’anni e la sua attuazione è costata cifre che nessuno sa più contare; si
sono fotografati i vigneti dall’aereo, si sono intervistati i viticoltori
aprendo appositi uffici decentrati dell’Agea, che allora si chiamava Aima,
si sono «stirate» in lungo e in largo le foto aeree per cercare di farle
coincidere con le mappe catastali, ma i numeri dei Censimenti Istat e dello
Schedario restavano distanti. Quando nel 1999 la riforma dell’ocm colse gli
operatori impreparati fu inventato il concetto di «Inventario viticolo» che
era come dire: «Lo schedario non ce l’abbiamo ancora, ma i vigneti su cui
fare i conti dovrebbero essere più o meno questi».
Ora siamo alle porte di una nuova riforma dell’ocm vino e la conta deve
assolutamente concludersi. Infatti, una delle possibili strade della riforma
è addirittura quella di togliere ogni aiuto al settore per dare una cifra
forfettaria per ettaro, come già accade ai seminativi, ed è evidente che
avere i vigneti catalogati con esattezza diventa indispensabile, sia per
assecondare questa deriva, sia per tentare di negoziare soluzioni diverse.
Lo strumento informatico dello Schedario è un software chiamato «Potenziale
viticolo» che già con la vendemmia 2005 venne collegato alle dichiarazioni
di produzione vitivinicola per verificare che chiunque dicesse di avere
prodotto uva avesse alle spalle una iscrizione dei vigneti nello Schedario;
chi non risultava collegato generava la cosidetta anomalia che impediva di
accedere agli aiuti comunitari. Con la vendemmia 2006 il controllo è entrato
maggiormente nel dettaglio e non è più stato sufficiente che dietro ogni
dichiarazione di produzione ci fosse una dichiarazione delle superfici
vitate, ma doveva esserci anche corrispondenza quantitativa tra gli ettari.
In caso di «disallineamento» dei dati non era neppure possibile stampare la
dichiarazione e quindi si trattava, non solo di essere esclusi dagli aiuti
comunitari, ma addirittura di rischiare la sanzione per omessa presentazione
della dichiarazione di produzione. Se i software per la dichiarazione di
produzione fossero stati messi a disposizione tempestivamente, oggi il
lavoro potrebbe essere praticamente completo. Purtroppo è stato possibile
iniziare a presentare le dichiarazioni che scadevano al 12 dicembre scorso
soltanto a metà novembre, forse sperando nell’ennesima proroga comunitaria
che però, quest’anno, ci è stata negata.
Soluzioni all’italiana
Con una inventiva degna della nostra migliore tradizione si sono venuti a
creare due modi, molto diversi tra loro, di presentare la dichiarazione di
produzione: alcuni hanno optato per la consegna cartacea ad Agea entro il 12
dicembre, mentre altri hanno preferito iniziare una trasmissione telematica
tramite i Centri di assistenza agricola, confidando nella possibilità di
poter poi completare le rettifiche al potenziale viticolo e la dichiarazione
di produzione nel successivo mese di gennaio 2007.
Chi ha seguito la via cartacea ha quindi presentato le dichiarazioni «come
ha potuto», allegando spesso modelli F1 approssimativi, visto che i propri
fornitori avevano optato per la trasmissione telematica e non disponevano
ancora di documenti definitivi.
Chi ha scelto la trasmissione telematica ha iniziato una sorta di braccio di
ferro con Agea dato che il sistema non consentiva di presentare la
dichiarazione se anche un solo fornitore risultava ancora disallineato con
il potenziale viticolo.
Con il passare dei giorni la situazione diventava sempre meno sostenibile,
in quanto i produttori incominciavano a dover presentare le dichiarazioni
per poter inoltrare contratti di distillazione, di magazzinaggio o per far
fronte ai controlli sull’arricchimento.
A fine gennaio è stato finalmente consentito di stampare le dichiarazioni
anche in presenza di anomalie, notificando nella stampa stessa che le
anomalie esistevano e si sarebbero dovute risolvere entro il 28-2-2007, pena
l’esclusione dagli aiuti comunitari.
In buona sostanza, con la fine del corrente mese di febbraio tutti coloro
che hanno detto di aver prodotto uva da vino nella vendemmia 2006 dovrebbero
avere la corrispondente superficie di vigneto regolarmente dichiarata nello
Schedario, ma restano ancora alcune aree di incertezza dovute alle
dichiarazioni presentate in forma cartacea, ad alcuni disallineamenti
informatici dei codici fiscali che potrebbero generare delle anomalie
apparenti e ad alcune difficoltà residue generate dalla regionalizzazione
degli Schedari di Toscana, Lombardia e Veneto che hanno creato problemi a
quelle persone giuridiche che, avendo una sede legale in una regione,
gestiscono vigneti situati in un’altra.
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