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L'Informatore Agrario
Sommario rivista Approfondimento
Copertina supplemento  
7
 10-16 Feb.

  2006
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Attualità POLITICA

Bedoni: per la bietola l’interprofessione è morta

Intervista al Presidente della Coldiretti

Dalle pagine dei maggiori quotidiani nazionali, domenica 5 febbraio Paolo Bedoni, presidente di Coldiretti, ha denunciato truffe ai danni delle imprese agricole.
Mentre si era ancora nella attesa della firma del’accordo abbiamo rivolto alcune domande al presidente dell’Organizzazione agricola per cercare di capire meglio i termini della questione.
La denuncia della Coldiretti sui rischi che corrono i bieticoltori è molto dura. Quali sono le motivazioni di fondo?
C’è in atto un grave tentativo di espropriare gli imprenditori agricoli delle opportunità finanziarie offerte dalla riforma.
Noi ci opponiamo con forza e determinazione senza compromessi.
Perché avete scelto per questa denuncia una forma clamorosa come gli annunci sulla stampa nazionale?
è necessario condurre questa operazione di trasparenza in tempi stretti e in modo diretto.
Occorre garantire ai bieticoltori il pagamento del prodotto conferito con la campagna 2005, trovare la soluzione definitiva per lo zucchero di riporto 2005 e assicurare il pieno investimento produttivo della superficie definita dalla nuova ocm.
Senza questi presupposti qualsiasi discussione e programmazione sul futuro assetto industriale diventa impropria e inutile.
Quali responsabilità ha l’industria saccarifera? Tutti i gruppi hanno identiche responsabilità?
Non spetta a noi fare le classifiche.
Ma è sicuramente nostro compito mettere in guardia gli imprenditori agricoli su un tentativo evidente di condizionare gli investimenti produttivi senza aver fatto fronte al pagamento dei raccolti 2004-2005.
Abbiamo semplicemente chiesto la certezza del pagamento per il passato prima della sottoscrizione di impegni futuri.
Perché mettete sullo stesso piano l’industria, che non rispetta gli accordi sottoscritti, e le associazioni bieticole, in cui peraltro anche la Coldiretti è rappresentata?
Ad oggi non ci risulta alcun accordo. Se ce l’hanno in un cassetto lo tirino fuori.
Le nuove semine stanno per arrivare e non ci sono certezze sui pagamenti dello scorso anno.
I problemi attuali della bieticoltura italiana derivano dalla nuova ocm? Qual è la vostra posizione in merito?
Come sanno bene gli industriali e le associazioni dei produttori, la bieticoltura era spacciata. La riforma è un’occasione per renderla competitiva.
I problemi della bieticoltura vengono da molto lontano per un settore che è rimasto fermo per vent’anni a vedere uno stillicidio di chiusure di stabilimenti mentre il mercato mondiale cambiava profondamente.
Come vedete il futuro del comparto bieticolo in Italia?
Ciascuno si deve assumere le proprie responsabilità. Le imprese devono sapersi innovare ed essere competitive utilizzando le risorse messe a disposizione dalla riforma.
Le industrie devono sapere che è finito il tempo dell’assistenzialismo e che devono misurarsi con il mercato.
Quanto alle associazioni bieticole da anni la Coldiretti non ne capisce il ruolo e l’utilità. La vecchia interprofessione è morta e sepolta.
Perché affermate che le riconversioni energetiche sono finte o presunte?
Perché ad oggi non abbiamo visto progetti concreti.
Abbiamo denunciato il rischio reale che avvengano senza il coinvolgimento delle imprese agricole nazionali con l’importazione di prodotti agricoli a fini energetici dall’estero.
Sarebbe inaccettabile.

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