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La Toscana va verso il nuovo sviluppo rurale |
Intervista a Susanna Cenni, assessore all’agricoltura della Regione Toscana.
Pronto il documento preliminare. Ora parte la concertazione con i
soggetti economici e le autorità locali.
La Toscana brucia le tappe. Era già stata tra le prime Regioni a
presentare il Psr che si esaurisce quest’anno. E la programmazione per il
periodo 2007-2013 è già partita. Il documento preliminare su cui l’assessore
all’agricoltura Susanna Cenni ha tracciato le linee strategiche da
perseguire è stato infatti presentato nel corso dell’ultimo Consiglio
regionale con apprezzamenti quasi unanimi.
Quali sono le priorità?
L’agricoltura Toscana è condizionata da una congiuntura economica negativa e
dalla recente riforma della pac. In gioco c’è il recupero di settori chiave
come quello vitivinicolo, cerealicolo, floricolo e zootecnico che, seppure
con diversi punti di forza e di debolezza, hanno bisogno di innovazione,
promozione e organizzazione della filiera.
Opportunità bioenergia
Significa una precedenza da accordare al tema della competitività?
Il reg. 1698/05 impone di attivare misure per ognuno dei tre assi ovvero,
oltre alla competitività, la gestione del territorio e la diversificazione
dell’economia rurale. È la strada che la Toscana ha sempre seguito e
continuerà a seguire, in coerenza con gli obiettivi tracciati dalla
programmazione regionale. Lo sviluppo rurale è ormai l’unico strumento per
impostare politiche di investimento strutturale e non potrà quindi essere
impiegato a senso unico. Alcune misure trasversali, come l’innovazione, la
riduzione dei costi energetici e la promozione delle energie rinnovabili
potranno anche essere utilizzate per risollevare le sorti delle filiere più
in difficoltà.
Tra cui sicuramente quella bieticola.
Con la chiusura dello stabilimento di Castiglione Fiorentino (Arezzo) la
Toscana rischia di perdere repentinamente 9.000 ettari di bietola. Lo
sviluppo di filiere energetiche può garantire soluzioni colturali
alternative con un’attività che tutela l’interesse pubblico. Puntiamo alla
riconversione di questo stabilimento verso la produzione di energia da
biomassa e da olio, settori in cui siamo leader. Per sviluppare filiere
energetiche economicamente sostenibili bisogna però stimolare l’aggregazione
delle imprese e costruire un sistema in grado di fornire soluzioni
immediatamente attivabili, dalla fornitura della materia prima, alla vendita
dell’energia prodotta.
Filiere da accorciare
Una sorta di filiera corta dell’energia. D’altronde la Toscana
vanta già esperienze di accorciamento delle filiere.
La valorizzazione dell’agricoltura locale è un obiettivo su cui la Toscana
punta molto. Alcune esperienze pilota sono già state attivate grazie
all’attività dell’Arsia, che ha portato al censimento di ben 440 prodotti
tradizionali e allo sviluppo di mercati gestiti direttamente dai produttori
come quello di Montevarchi (Arezzo). Ora si tratta di coordinare queste
attività, creare una sorta di rete della filiera corta e rendere reperibili
e riconoscibili questi prodotti sui mercati locali ed extra regionali.
L’agriturismo sarebbe uno sbocco ideale per queste produzioni. La
Toscana ha una lunga tradizione, ma le presenze sono un po’ in stasi.
L’agriturismo non deve rincorrere modelli che non sono propri
dell’agricoltura. Oggi bisogna capire se è ancora opportuno sostenere nuove
strutture o se invece non convenga investire su qualificazione e
specializzazione dell’esistente. Penso che anche in questo settore si debba
recuperare originalità.
Una dote tipica dei giovani imprenditori. Una delle misure più
discusse dello sviluppo rurale è in loro favore.
Abbiamo monitorato l’effetto dei premi per il primo insediamento erogati dal
precedente psr: 20-25.000 euro per azienda che hanno sviluppato investimenti
privati aziendali medi di oltre 46.000 euro, innescando positivi
miglioramenti strutturali di queste imprese.
Misure che saranno concertate con i soggetti economici e le autorità
locali. Un decentramento che causa problemi?
Non in Toscana. Sono 8 i programmi leader gestiti oggi dai Gal nel nostro
territorio con ottimi risultati anche in termini di consenso locale sulle
scelte operative. E la tematica dello sviluppo locale sarà presa in
considerazione anche nella nuova programmazione, soprattutto per il
consolidamento del tessuto imprenditoriale e dei servizi e l’aumento
dell’occupazione. Ogni ente locale potrà soddisfare le proprie esigenze
nell’ampio menu regionale del nuovo Psr.
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