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L'Informatore Agrario
Sommario rivista Approfondimento
 
6
 3 - 9 Feb.

  2006
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Speciale rame in viticoltura

Viticoltura biologica con o senza rame?

Il punto sulla riduzione del rame
Le alternative a «medio-lungo periodo»
Situazione in Italia, Germania, Francia e Svizzera
Le prospettive di azione e le proposte normative

Dal 2006 il quantitativo di rame per ettaro e per anno nel biologico non dovrà superare i 6 kg. Da più anni sperimentatori, tecnici e viticoltori stanno creando le premesse per attuare questo passaggio anche se permangono le preoccupazioni che il verificarsi di annate predisponenti la peronospora rendano difficile la gestione di questa crittogama in viticoltura biologica. Il ricordo di annate terribili, come il 2002, non è lontano e i timori sono, quindi, comprensibili. In Italia sono sempre più frequenti le esperienze per rendere compatibile la viticoltura biologica con la riduzione graduale del rame, anche se risultano indispensabili verifiche e conferme a livello locale.
Va sottolineato che non si tratta di un problema soltanto della viticoltura «biologica», ma della viticoltura nel suo complesso. Il biologico manifesta maggiore sensibilità nel darsi delle regole per diminuire gli apporti di questo metallo, pur non avendo molte altre alternative, ma in viticoltura convenzionale i consumi di rame non sono inferiori anche se sono disponibili molte altre sostanze attive. Per una verifica delle esperienze pratiche in corso su questi temi, nel novembre scorso all’Istituto agrario di S. Michele all’Adige è stato organizzato da Enzo Mescalchin e Luisa Mattedi un incontro intitolato «Viticoltura biologica con o senza rame?». Lo Speciale raccoglie quanto è emerso durante la giornata.

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