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2006 |
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Il punto sulla riduzione del rame
Le alternative a «medio-lungo periodo»
Situazione in Italia, Germania, Francia e Svizzera
Le prospettive di azione e le proposte normative
Dal 2006 il quantitativo di rame per ettaro e per anno nel biologico non
dovrà superare i 6 kg. Da più anni sperimentatori, tecnici e viticoltori
stanno creando le premesse per attuare questo passaggio anche se permangono
le preoccupazioni che il verificarsi di annate predisponenti la peronospora
rendano difficile la gestione di questa crittogama in viticoltura biologica.
Il ricordo di annate terribili, come il 2002, non è lontano e i timori sono,
quindi, comprensibili. In Italia sono sempre più frequenti le esperienze per
rendere compatibile la viticoltura biologica con la riduzione graduale del
rame, anche se risultano indispensabili verifiche e conferme a livello
locale.
Va sottolineato che non si tratta di un problema soltanto della viticoltura
«biologica», ma della viticoltura nel suo complesso. Il biologico manifesta
maggiore sensibilità nel darsi delle regole per diminuire gli apporti di
questo metallo, pur non avendo molte altre alternative, ma in viticoltura
convenzionale i consumi di rame non sono inferiori anche se sono disponibili
molte altre sostanze attive. Per una verifica delle esperienze pratiche in
corso su questi temi, nel novembre scorso all’Istituto agrario di S. Michele
all’Adige è stato organizzato da Enzo Mescalchin e Luisa Mattedi un incontro
intitolato «Viticoltura biologica con o senza rame?». Lo Speciale raccoglie
quanto è emerso durante la giornata.
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