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L'Informatore Agrario
Sommario rivista Approfondimento
 
5
 30 Gen.

  2006
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Editoriale

Il futuro del contoterzismo
Giuseppe Pellizzi

Per sopravvivere l’agricoltura deve ridurre i costi, sia quello del lavoro che quello degli input: in questo senso il ruolo del progresso tecnico e del contoterzismo sarà sempre più importante

Le recenti informazioni che giungono dalla Commissione europea circa le modifiche strutturali e le politiche economiche dell’agricoltura del domani fanno pensare che vi sia uno spazio crescente per le attività delle imprese agromeccaniche di servizio.
Questo anche se il settore, in Italia, appare già ben sviluppato e in crescita, date le sue insostituibili funzioni.
Pur non avendo recenti dati disponibili sull’incidenza economica del lavoro e della meccanizzazione nei vari Paesi europei, si può tranquillamente affermare che l’agricoltura del domani potrà sopravvivere solo se si riusciranno a comprimere i costi di produzione attraverso una drastica riduzione dell’impiego delle ore di lavoro umano per ettaro e la razionalizzazione – e, quindi, la diminuzione – dell’impiego degli input chimici e biologici normalmente distribuiti.
Secondo studi svolti recentemente da una grande organizzazione di assistenza agricola francese, per garantire competitività alla produzione dei cereali occorrerebbe ridurre le ore di impiego del lavoro umano di un fattore mediamente superiore a 5, cioè passare dalle 20-25 ore/ha all’anno impiegate attualmente in media, per lo svolgimento in campo delle diverse lavorazioni, a valori non superiori a 4-5 ore/ha all’anno di impiego della manodopera. Inoltre bisognerebbe ridurre l’utilizzo di fertilizzanti e fitofarmaci – a parità di rese – di un fattore medio pari a 3.
Tutto ciò – e l’obiettivo non è certo facile da raggiungere nel breve termine – è possibile ottenere con una innovativa e appropriata meccanizzazione che consenta di aumentare, da un lato, la capacità e la qualità di lavoro delle macchine di parecchi punti percentuali e, dall’altro, di introdurre e diffondere la tecnica dell’agricoltura di precisione di cui pure si parla da anni.
È del tutto evidente che per far ciò occorre, da una parte, sviluppare la ricerca di settore offrendo alle ditte costruttrici l’assistenza tecnica e tutte le più moderne tecnologie elettroniche sperimentate e validate; dall’altra far sì che vengano realizzate strutture agricole produttive (queste sì, sollecitate da almeno 40 anni); inoltre occorre favorire l’ulteriore diffusione di valide imprese agromeccaniche di servizio – i contoterzisti – che in questi ultimi anni – come dicevo – si sono ampiamente sviluppate rendendosi insostituibili anche per la loro sensibilità nella scelta razionale delle nuove tecnologie.
Oltre a ciò occorre tendere a una razionalizzazione delle imprese agricole, all’uso di macchine appropriate e innovative che consentano di raggiungere i risultati sopra richiamati.
Come accennato, la strada è lunga e difficile anche perché è stato ampiamente dimostrato che l’uso generalizzato dei contoterzisti significa una drastica riduzione del mercato d’acquisto dei trattori e delle principali macchine operatrici ad essi accoppiabili.
Si considera, infatti, che aumentare l’impiego dei trattori da 300 a 1.000 ore/anno significa ridurre il parco nazionale pressappoco alla metà di quello attuale, dovendo restare un certo numero di macchine in servizio aziendale per lo svolgimento di operazioni sussidiarie. Tale riduzione dovrebbe verificarsi anche per le grandi operatrici semoventi come le mietitrebbiatrici e le altre macchine da raccolta delle diverse colture.
È, quindi, una completa inversione di tendenza quella che si prospetta per salvare la nostra agricoltura: certo difficile da realizzare anche per la difficoltà di convincere i costruttori a sviluppare le analisi accennate in merito e a cercare nuove soluzioni costruttive.
A questo riguardo, peraltro, vanno spinti gli istituti di ricerca del settore per riformulare programmi di ricerca applicata al fine di giungere a conclusioni operative su: quale sarà il futuro, quali saranno i tipi di macchine più adatte, quali le esigenze e così via.
Ma è da promuovere anche una vasta azione di formazione e informazione dei contoterzisti sulle problematiche specifiche.
A tutto ciò, infine, è da aggiungere – in attesa che si arrivi al trattore robotizzato allo studio in Usa –
la formulazione di documenti tecnici rispondenti alle esigenze per quanto riguarda la meccanizzazione e le tecnologie utilizzabili per realizzare l’agricoltura di precisione, dall’uso del più appropriato sistema GPS sino a tutta l’elettronica utilizzabile sulle macchine per raggiungere gli obiettivi di riduzione dei costi.

Sommario rivista Giuseppe Pellizzi


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