UNIONE EUROPEA |
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Il nuovo Congresso Usa attende il Farm Bill |
Intervista a Collin Peterson
Il presidente del Comitato per l’agricoltura della Camera dei deputati, ora
a maggioranza democratica, parla delle priorità del settore primario
americano in vista della nuova legge nazionale, ormai prossima alla
presentazione
Un
uomo, praticamente da solo, potrebbe cambiare il cammino dell’agricoltura
statunitense. Si tratta di Collin Peterson, 62 anni, deputato democratico
del Minnesota dal 1990. Peterson è il nuovo chairman, il presidente, del
Comitato per l’agricoltura della House, ossia della Camera dei deputati.
Una poltrona potente, come dicono a Washington, perché Peterson non dovrà
soltanto preparare il Farm Bill, la legge per l’agricoltura dei prossimi 5
anni; dovrà anche occuparsi di energia rinnovabile, dell’assistenza agli
agricoltori colpiti da calamità, dell’alimentazione, dell’assicurazione sui
raccolti, del commercio con l’estero, del regolamento per i futuri mercati,
della sicurezza di animali e piante, del bioterrorismo e della selvicoltura.
Mister Peterson ha concesso questa intervista a L’Informatore Agrario.
Chairman Peterson, ora che il Congresso è nelle mani dei Democratici che
cosa cambierà?
Il Comitato per l’agricoltura della Camera dei deputati ha una lunga
tradizione di affiatamento tra Democratici e Repubblicani che lavorano
insieme per affrontare i problemi nel nostro settore. Detto questo,
personalmente ho alcune priorità che mi piacerebbe segnalare in qualità di
chairman: incoraggiare la produzione di energia rinnovabile come etanolo e
biodiesel, nonché aiutare i contadini colpiti dai disastri naturali che
rovinano i loro raccolti.
Sul Farm Bill lei pensa di seguire i suggerimenti del ministro Johanns?
Penso che il ministro Mike Johanns sia molto impegnato nelle discussioni sul
Farm Bill (vedi riquadro nella pagina a fianco). Infatti conto sulla sua
esperienza e sul suo intuito. Il nostro traguardo è di preparare una legge
che serva al meglio gli interessi dei produttori agricoli e dei consumatori.
È giusto che il ministro dell’agricoltura si trovi coinvolto in quel
processo poiché sarà proprio lui a mandare avanti la legislazione che
produrremo.
In Europa è stato detto che il Governo Usa concede grossi sussidi agli
agricoltori di questa Nazione. Lei che cosa risponde al riguardo?
L’ Ocse (l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo) è un gruppo di
30 Paesi tra cui Stati Uniti, la maggior parte delle Nazioni europee,
Messico, Australia e Nuova Zelanda. Si tratta della più sicura fonte di
informazioni che paragona il livello di sussidi delle Nazioni più
sviluppate. Ebbene, l’Ocse ha affermato che l’Unione Europea sovvenziona i
suoi contadini due volte di più degli Stati Uniti.
L’agricoltura statunitense è in ottime condizioni, ci dicono, eppure
molti giovani contadini emigrano in Brasile in cerca di lavoro.
Sì, ma sono pochi e ora dovranno affrontare le restrizioni sulla proprietà
dei terreni, dovranno affrontare la mancanza di infrastrutture e la continua
verifica internazionale sulle politiche brasiliane per quanto riguarda
l’ambiente.
Chairman Peterson, lei è cresciuto in campagna; ci sono stati molti
cambiamenti da quando lei era giovane?
Le comunità agricole della nostra Nazione hanno dovuto affrontare tante
sfide. Molti giovani hanno lasciato la campagna perché per loro era troppo
duro procurarsi da vivere lavorando la terra.
Tuttavia il continuo aumento dell’interesse per l’energia ricavata da
prodotti agricoli, inclusi etanolo e biodiesel, ha portato nuovi grossi
investimenti nelle campagne. Questo rappresenta il più interessante nuovo
sviluppo nell’America rurale di tutta la mia vita.
L’etanolo risolverà, secondo lei, la petrol-dipendenza del mondo?
Credo che il biodiesel rimpiazzerà molte richieste di combustibile fossile
nei prossimi anni. Così il sottoscritto appoggerà un Farm Bill che incoraggi
l’industria bioenergetica. In modo specifico voglio aumentare i fondi per
l’etanolo cellulosico che secondo me rappresenta la chiave per
l’indipendenza nel campo dell’energia.
Mister Chairman, che ne sarà della Wto e del negoziato di Doha?
Non abbiamo nessuna indicazione che l’Europa sia pronta a fare cambiamenti
nella sua politica agricola, cambiamenti necessari per raggiungere un
accordo nell’agricoltura nel Doha Round.
Gli Stati Uniti hanno già offerto tagli significativi per quanto riguarda i
limiti di spese nell’agricoltura, aumentando nel contempo l’accesso ai loro
mercati. Sarà assai difficile per molti membri del Congresso provenienti da
aree rurali appoggiare i cambiamenti richiesti dalle attuali offerte
americane nel nostro campo.
E poiché non sappiamo quando e se i nostri negoziatori saranno capaci di
raggiungere un accordo, noi dobbiamo guardare avanti e preparare un Farm
Bill che permetta ai nostri contadini di seguire la nostra politica e
prendere le decisioni per la programmazione dei prossimi 5 anni.
Chairman Peterson, è mai stato in Italia?
Non ho ancora visitato l’Italia. Mi hanno detto che è una bella Nazione con
abbondanti regioni agricole. Spero di visitare l’Italia, un giorno, per
vedere da vicino i prodotti della vostra agricoltura.
Il ministro Johanns ottimista sul Farm Bill
Abbiamo ascoltato gli agricoltori
Washington.
Secondo il Ministero Usa dell’agricoltura le proposte per il Farm Bill
saranno pronte a fine gennaio o agli inizi di febbraio e saranno quindi
presentate al Comitato congressuale che potrà poi seguire o meno i
suggerimenti del ministro Mike Johanns. Dopo il successo del Partito
democratico alle elezioni di novembre in molti si attendono cambiamenti
nelle leggi che proteggono contadini e campagne.
Il ministro Johanns è tuttavia convinto che «I democratici non potranno dire
no alle proposte del nostro Ministero in quanto rispettano le richieste dei
farmers d’America». Johanns ha ricevuto 42.000 «idee e suggerimenti» dagli
agricoltori che presero parte, l’anno scorso, ai 52 forum in tutto il Paese
(vedi L’Informatore Agrario n. 29/2005).
I legislatori del Partito repubblicano hanno esortato Johanns a dare a
Peterson, chairman del Comitato, «soltanto larghe vedute, concetti,
nozioni». Ma il ministro dell’agricoltura conta di presentare proposte
specifiche, spinto proprio dalle conoscenze acquisite durante i forum. «In 5
anni – ha detto il ministro al nostro settimanale – siamo riusciti a mettere
insieme materiale di grande rilievo nel campo dell’agricoltura conservativa,
dello sviluppo rurale, delle commodities (grano, mais, ecc.) e
dell’alimentazione».
Molti esperti hanno cercato di predire il futuro del negoziato sul commercio
internazionale, dopo il collasso dei colloqui Wto del luglio 2006. La
posizione degli Stati Uniti riguardo l’agricoltura è stata criticata
pesantemente perché non avrebbe fatto abbastanza per ridurre il
trade-distorting, ossia l’alterazione del commercio, e il supporto
nazionale.
Oggi, dopo il successo di novembre, i democratici sono decisi a sfidare e
attaccare la US Trade Representative. Il risultato avrà implicazioni anche
per il Farm Bill. Bush, dicono i Democratici della Camera dei deputati, ha
appoggiato molti accordi commerciali assolutamente sbagliati; il risultato,
sostengono sempre i Democratici, è stato la perdita di molti posti di lavoro
in America. Un altro tasto dolente è quello del lavoro portato in altre
Nazioni perché i costi sono inferiori a quelli statunitensi. Un fenomeno che
si ripercuote anche nel campo agricolo.
Johanns è sempre ottimista sul Farm Bill e dice: aspettiamo e vedremo. «Non
cambieranno molte cose, insiste. I farmers hanno espresso le loro richieste
e noi non abbiamo fatto altro che presentarle alla legislatura».
Non può dire di più, il ministro, anche perché al momento della nostra
conversazione erano ancora molti i punti da considerare prima di metterli
nero su bianco. Ora conta conoscere il parere degli avversari, del chairman
Collin Peterson.
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