POLITICA |
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Per le nuove regole sul tabacco i tempi ormai
stringono |
Il Mipaf lavora con difficoltà a un provvedimento nazionale
Diversi ostacoli impediscono di arrivare velocemente alla definizione
delle condizioni che accompagneranno la fase di transizione del settore fino
all’applicazione del disaccoppiamento totale degli aiuti
Le scelte aziendali dei produttori di tabacco si fanno urgenti e mancano
ancora fondamentali tasselli per l’applicazione della riforma della pac. In
particolare, devono essere definite le regole per la gestione degli aiuti
accoppiati alla produzione che fino al 2009 compreso rappresentano il grosso
del sostegno assicurato ai tabacchicoltori italiani, ammontando a circa il
60% degli aiuti mediamente percepiti nel periodo storico di riferimento
2000-2002, corrispondenti a 201 milioni di euro, a cui occorre detrarre gli
aiuti storici percepiti dai produttori pugliesi e la trattenuta per il fondo
tabacco da applicarsi per il 2006 (4%) e il 2007 (5%).
Il Mipaf da qualche tempo sta lavorando a una bozza di provvedimento che
presenta qualche difficoltà di emanazione, perché è necessario cercare il
giusto equilibrio tra le non semplici esigenze del settore e la necessità di
essere compatibile con la normativa europea.
Peraltro, il lavoro dei servizi ministeriali non è stato agevole, perché il
regolamento dell’Unione Europea che ha sancito le modalità per la gestione
della componente accoppiata degli aiuti al tabacco è stato pubblicato sulla
Gazzetta Ufficiale solo lo scorso 30 dicembre.
Ma ci sono diversi ostacoli da superare prima di arrivare alla definizione
delle condizioni che accompagneranno la fase di transizione del settore del
tabacco in Italia verso il regime del disaccoppiamento totale.
A regime, nel 2010, ai produttori storici rimane solo la metà degli aiuti
mediamente percepiti nel periodo di riferimento 2000-2002 e la sopravvivenza
della produzione è affidata esclusivamente al mercato e alla capacità della
coltivazione di assicurare una remunerazione tale da coprire i costi diretti
di produzione e lasciare un soddisfacente margine di redditività.
Temi cruciali
Il primo delicato aspetto riguarda le norme per il riconoscimento delle
associazioni dei produttori e delle imprese di prima trasformazione che
rappresentano i perni fondamentali sui quali ruoterà il sistema produttivo
per i prossimi anni. A tale proposito occorrono regole trasparenti e un
sistema affidabile, in grado di fornire ai produttori le necessarie garanzie
e le adeguate informazioni per gestire in modo razionale l’attività.
Il secondo requisito fondamentale risiede nell’utilizzare nel migliore dei
modi il massimale finanziario disponibile per gli aiuti accoppiati a livello
nazionale. Qui le cose si complicano e intervengono diversi e contrastanti
elementi. Il provvedimento nazionale deve essere formulato in modo da
rispondere a una serie di requisiti essenziali. Il primo è assicurare
l’utilizzo per intero delle risorse disponibili, tenendo conto che eventuali
residui di spesa rimangono nelle casse comunitarie e quindi si configurano
come una perdita netta per il sistema tabacchicolo nazionale. Il secondo
elemento cui prestare attenzione sono i comportamenti speculativi che sono
regolarmente presenti allorquando si è di fronte ad aiuti pac assai
generosi. In pratica, è necessario vigilare per contrastare i ben noti
comportamenti diffusi in passato per alcune coltivazioni di pura ed
esclusiva rincorsa ai premi pac.
Inoltre, è necessario un sistema di regole tali da tutelare i produttori
storici che credono ancora nel settore e intendono continuare a produrre
nelle stessa misura e magari anche di più rispetto al recente passato.
La soluzione sulla quale si sta lavorando a livello nazionale è quella della
contrattazione preventiva tra i produttori agricoli (e/o relative
associazioni) e le imprese di prima trasformazione. Il problema da risolvere
risiede nell’individuazione di un metodo di lavoro che assicuri
contestualmente i seguenti risultati:
• definire prima del trapianto l’importo indicativo del premio alla
produzione e un sistema di gestione e controllo, tale da assicurare che
l’entità dell’aiuto definitivo si collochi, per i produttori storici, almeno
al 60% del premio valido per il passato;
• individuare e scoraggiare gli agricoltori che tendono a mettere in atto
fenomeni speculativi;
• garantire il pieno utilizzo delle risorse;
• definire, infine, un sistema di regole che non siano in contrasto con
quelle comunitarie.
Come si può immaginare, non è facile raggiungere contemporaneamente questi
obiettivi, ma è necessario in ogni modo perseguirli, altrimenti assisteremo
al tramonto anticipato del settore in Italia.
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