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L'Informatore Agrario
Sommario rivista Approfondimento
 
2
 13-19 Gen.

  2006
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Attualità POLITICA

Per le nuove regole sul tabacco i tempi ormai stringono

Il Mipaf lavora con difficoltà a un provvedimento nazionale

Diversi ostacoli impediscono di arrivare velocemente alla definizione delle condizioni che accompagneranno la fase di transizione del settore fino all’applicazione del disaccoppiamento totale degli aiuti

Le scelte aziendali dei produttori di tabacco si fanno urgenti e mancano ancora fondamentali tasselli per l’applicazione della riforma della pac. In particolare, devono essere definite le regole per la gestione degli aiuti accoppiati alla produzione che fino al 2009 compreso rappresentano il grosso del sostegno assicurato ai tabacchicoltori italiani, ammontando a circa il 60% degli aiuti mediamente percepiti nel periodo storico di riferimento 2000-2002, corrispondenti a 201 milioni di euro, a cui occorre detrarre gli aiuti storici percepiti dai produttori pugliesi e la trattenuta per il fondo tabacco da applicarsi per il 2006 (4%) e il 2007 (5%).
Il Mipaf da qualche tempo sta lavorando a una bozza di provvedimento che presenta qualche difficoltà di emanazione, perché è necessario cercare il giusto equilibrio tra le non semplici esigenze del settore e la necessità di essere compatibile con la normativa europea.
Peraltro, il lavoro dei servizi ministeriali non è stato agevole, perché il regolamento dell’Unione Europea che ha sancito le modalità per la gestione della componente accoppiata degli aiuti al tabacco è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale solo lo scorso 30 dicembre.
Ma ci sono diversi ostacoli da superare prima di arrivare alla definizione delle condizioni che accompagneranno la fase di transizione del settore del tabacco in Italia verso il regime del disaccoppiamento totale.
A regime, nel 2010, ai produttori storici rimane solo la metà degli aiuti mediamente percepiti nel periodo di riferimento 2000-2002 e la sopravvivenza della produzione è affidata esclusivamente al mercato e alla capacità della coltivazione di assicurare una remunerazione tale da coprire i costi diretti di produzione e lasciare un soddisfacente margine di redditività.

Temi cruciali
Il primo delicato aspetto riguarda le norme per il riconoscimento delle associazioni dei produttori e delle imprese di prima trasformazione che rappresentano i perni fondamentali sui quali ruoterà il sistema produttivo per i prossimi anni. A tale proposito occorrono regole trasparenti e un sistema affidabile, in grado di fornire ai produttori le necessarie garanzie e le adeguate informazioni per gestire in modo razionale l’attività.
Il secondo requisito fondamentale risiede nell’utilizzare nel migliore dei modi il massimale finanziario disponibile per gli aiuti accoppiati a livello nazionale. Qui le cose si complicano e intervengono diversi e contrastanti elementi. Il provvedimento nazionale deve essere formulato in modo da rispondere a una serie di requisiti essenziali. Il primo è assicurare l’utilizzo per intero delle risorse disponibili, tenendo conto che eventuali residui di spesa rimangono nelle casse comunitarie e quindi si configurano come una perdita netta per il sistema tabacchicolo nazionale. Il secondo elemento cui prestare attenzione sono i comportamenti speculativi che sono regolarmente presenti allorquando si è di fronte ad aiuti pac assai generosi. In pratica, è necessario vigilare per contrastare i ben noti comportamenti diffusi in passato per alcune coltivazioni di pura ed esclusiva rincorsa ai premi pac.
Inoltre, è necessario un sistema di regole tali da tutelare i produttori storici che credono ancora nel settore e intendono continuare a produrre nelle stessa misura e magari anche di più rispetto al recente passato.
La soluzione sulla quale si sta lavorando a livello nazionale è quella della contrattazione preventiva tra i produttori agricoli (e/o relative associazioni) e le imprese di prima trasformazione. Il problema da risolvere risiede nell’individuazione di un metodo di lavoro che assicuri contestualmente i seguenti risultati:
• definire prima del trapianto l’importo indicativo del premio alla produzione e un sistema di gestione e controllo, tale da assicurare che l’entità dell’aiuto definitivo si collochi, per i produttori storici, almeno al 60% del premio valido per il passato;
• individuare e scoraggiare gli agricoltori che tendono a mettere in atto fenomeni speculativi;
• garantire il pieno utilizzo delle risorse;
• definire, infine, un sistema di regole che non siano in contrasto con quelle comunitarie.
Come si può immaginare, non è facile raggiungere contemporaneamente questi obiettivi, ma è necessario in ogni modo perseguirli, altrimenti assisteremo al tramonto anticipato del settore in Italia.

Sommario rivista C.Di.


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