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L'Informatore Agrario
Sommario rivista Approfondimento
 
1
 5-11 Gen.

  2007
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Attualità POLITICA

Il Governo mantiene le promesse agli agricoltori

La Finanziaria 2007 ha ampliato gli interventi per il settore agricolo

Il cammino della legge finanziaria 2007 è stato una vicenda, a dir poco, surreale perché durante il suo iter si è detto tutto e il contrario di tutto: da un lato, le stesse forze di Governo litigavano tra loro e, dall’altro, l’Opposizione formulava presagi sempre più catastrofici.
Per l’agricoltura pare che le cose non siano andate tanto male, anzi credo che si possa sostenere che il Governo ha mantenuto le promesse fatte nel Documento di programmazione economica e finanziaria (Dpef) 2007-2011.
Secondo i calcoli del Governo al momento del varo della proposta, si valutava che la manovra avrebbe incrementato i fondi per il settore agroalimentare di circa 365 milioni di euro rispetto alla Finanziaria 2006.
Considerando che le modifiche accolte nel maxiemendamento hanno ampliato e non ridotto gli interventi destinati al settore, credo che si possa accettare, sia pure salvo verifica, la stima fatta dal Governo.
Sono tanti? Sono pochi? È difficile dirlo, soprattutto se non si sa, per ora, in quale tabella di spesa del bilancio dello Stato verranno collocati quei fondi, perché molto spesso sono solo cifre scritte a futura memoria.
Energie rinnovabili e biologico
Di particolare interesse nella Finanziaria 2007 mi sembrano i commi destinati a stimolare il decollo della filiera nazionale dei biocarburanti, attraverso la destinazione di nuove risorse per la defiscalizzazione del bioetanolo, la riduzione dell’accisa su 250 .000 tonnellate di biodiesel, la promozione dell’autoconsumo degli oli vegetali a fini energetici, l’impegno a rivedere la disciplina dei certificati verdi e la decisione di far scattare l’obbligo (speriamo che sia la volta buona!) della miscelazione dei biocarburanti in diesel e benzine dal 2007, con una percentuale del 2% già nel 2008.
Credo che tutti possano essere d’accordo sull’importanza di tale decisione, perché è ora di pensare seriamente anche nel nostro Paese a investire in colture energetiche.
Un altro punto significativo della Finanziaria 2007 è la decisione di dotare di 10 milioni di euro per tre anni il Piano di azione nazionale per l’agricoltura biologica, con l’obiettivo di sbloccare anche le risorse stanziate nel 2005. Ovviamente ciò richiederà una rivisitazione del Piano, per uscire da quell’incertezza che grava su produzioni il cui boom è stato sostenuto più dagli aiuti comunitari del regolamento n. 2078/92 che da una reale strategia di valorizzazione sul mercato.
Piano irriguo e crisi di mercato
Di particolare rilievo è anche la conferma dei 100 milioni destinati a far partire il Piano irriguo nazionale e un segnale molto significativo viene dalla creazione di un Fondo per le crisi di mercato.
Con quest’ultima decisione il Governo vuole risolvere, prima di tutto in sede europea, il problema degli interventi destinati a fronteggiare le crisi di mercato, quando siano paragonabili a vere e proprie calamità naturali, che negli ultimi anni lo hanno visto soccombere più volte di fronte ai veti della Commissione.
Ho ricordato questi commi della Finanziaria 2007 per il loro significato in termini di indirizzo su quello che ci si potrà attendere dalla politica di questo Governo per l’agricoltura. Nella stessa direzione si pongono altri interventi, come gli incentivi per favorire l’internazionalizzazione delle nostre imprese, il consistente incremento dei limiti di importo delle vendite dirette nell’azienda agricola, la riconferma del credito d’imposta per nuovi investimenti sia pure nei limiti di un plafond molto ridotto, il rifinanziamento del Fondo per lo sviluppo della imprenditoria giovanile.
Quella che va delineandosi è una politica diretta a sostenere un’agricoltura imprenditoriale e competitiva. Meno significativi in questa direzione mi sembrano i provvedimenti per consentire alle società di persone, alle società a responsabilità limitata e alle cooperative di optare per la tassazione su base catastale, come pure l’applicazione di un coefficiente del 25% sui ricavi per la determinazione del reddito tassabile di società di persone e a responsabilità limitata che esercitano esclusivamente l’attività di trasformazione e commercializzazione della produzione conferita dai soci.
Non ho mai capito perché la tassazione a catasto invece che a bilancio dovrebbe eliminare uno degli ostacoli alla costituzione di forme associative in agricoltura che, per definizione, dovrebbero essere sufficientemente mature per dimostrare contabilmente la loro capacità di reddito e tanto meno capisco perché il calcolo forfettario del reddito imponibile in base al 25% dei ricavi di una società agricola dovrebbe essere una agevolazione, quando il rapporto tra risultato d’esercizio prima delle imposte e fatturato nel campione di aziende di Mediobanca non supera il 10%.


Sommario rivista Corrado Giacomini
Dipartimento di economia
Università di Parma


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