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2007 |
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Con la direttiva nitrati a rischio la zootecnia italiana
- Sempre più difficile gestire e smaltire le deiezioni
- Soluzioni aziendali per ridurre il carico d’azoto
- Abbattimento dell’azoto, tante tecniche tra cui scegliere
L’applicazione della direttiva nitrati sta compromettendo
l’attività zootecnica in Italia. Dai bovini ai suini passando per avicoli e
cunicoli, tutti gli allevamenti devono fare i conti con la nuova normativa
per la gestione delle deiezioni. Particolarmente colpita risulta essere la
Pianura Padana dove è più elevata la concentrazione di stalle.
Il 59% della pianura lombarda è considerato area vulnerabile ai nitrati, ciò
significa che su quella superficie il carico di azoto ammesso è di soli 170
kg/ha: in tanti comuni l’intera superficie agricola utilizzabile non è
sufficiente a smaltire le deiezioni prodotte dagli allevamenti. Analoga
situazione si presenta in altre regioni del Nord Italia come l’Emilia-Romagna
(vedi l’articolo dello Speciale a pag. 40) e il Veneto.
Gli allevatori saranno costretti a ridurre il numero di animali in stalla o
ad affrontare ingenti investimenti per contenere gli apporti di azoto al
campo.
Nello Speciale, oltre agli aspetti essenziali del decreto ministeriale
7-4-2006, vengono presentate alcune tecniche consolidate di trattamento dei
liquami e quelle in via di sperimentazione, sulle quali si spera di poter
contare nell’immediato futuro.
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