ISTRUZIONE AGRARIA |
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L’istituto tecnico agrario diventa liceo
tecnologico |
Cambiamenti radicali nell’istruzione superiore
La futura scuola superiore agraria privilegerà le conoscenze teoriche,
con il percorso liceale, o quelle pratiche, con l’istruzione professionale
Gli istituti tecnici e professionali agrari costituiscono, ancor oggi,
nel panorama dell’istruzione superiore, un importante segmento
dell’istruzione tecnica e professionale.
Le norme sul dimensionamento scolastico (istituti con almeno 600 alunni)
hanno comportato in questi ultimi anni la riduzione di Istituti autonomi con
soli corsi agrari e l’accorpamento di gran parte delle sezioni in Istituti
d’istruzione superiore con più indirizzi (tabella 1). Gli alunni degli
Istituti agrari sono in Italia circa 50.000, quasi equamente suddivisi tra
tecnici e professionali, e rappresentano il 3,5% del totale degli studenti
dell’istruzione tecnica e professionale.
L’istruzione tecnica agraria mira essenzialmente a preparare giovani
all’esercizio di funzioni tecnico-amministrative e professionali nel settore
dell’agricoltura. Al corso tradizionale, i cui programmi e orari risalgono
al 1961, si sono affiancati, con il tempo, i percorsi dell’Istituto tecnico
agrario specializzato in viticoltura ed enologia e negli anni 90 i corsi del
progetto coordinato Cerere, che hanno aumentato le ore dell’area comune (con
la prosecuzione della lingua straniera e della matematica fino alla classe
5ª) e introdotto l’area di progetto e percorsi modulari di approfondimento
in alcuni settori specifici dell’agricoltura (agroindustriale, territoriale,
zootecnico, ecc.).
Gli Istituti professionali agrari hanno conosciuto un rinnovamento ancor più
profondo e oggi i loro percorsi sono simili a quelli dell’Istituto tecnico
con la differenza che si articolano in un percorso breve (qualifica
triennale) e uno lungo (quinquennale con un corso post-qualifica).
I vecchi corsi biennali a contenuto solo pratico-operativo si sono
completati nel 1970 con l’istituzione dei percorsi post-qualifica e il
conseguente ottenimento del diploma di agrotecnico.
Con il progetto 92 sono radicalmente mutati i programmi ed è aumentata la
formazione culturale e scientifica complessiva. Inoltre, unico caso nel
panorama delle professioni per i diplomati degli Istituti tecnici e
professionali, sia i periti agrari che gli agrotecnici hanno un albo
professionale.
Le basi della riforma
La legge di riforma n. 53 del 28 marzo 2003 e il decreto 17 ottobre 2005
(definizione delle norme generali e dei livelli essenziali delle prestazioni
sul secondo ciclo del sistema educativo di istruzione e formazione)
rinnovano radicalmente l’assetto della scuola superiore. A partire dall’anno
scolastico 2007-08 non esisteranno più gli Istituti tecnici e professionali
così come li conosciamo oggi.
La scuola superiore riformata è strutturata in due percorsi: il sistema dei
licei e il sistema dell’istruzione e formazione professionale (figura 1). Lo
studente alla fine della terza media sceglie uno dei due. Nel percorso
liceale vengono privilegiate le conoscenze teoriche, mentre in quello
dell’istruzione professionale quelle pratico-operative. A entrambi i
percorsi viene comunque garantita la stessa dignità attraverso i passaggi
tra i due sistemi, consentendo a tutti gli allievi di accedere
all’istruzione universitaria o alla formazione tecnica superiore. In
entrambi i sistemi la metodologia dell’alternanza scuola-lavoro o stage è la
modalità privilegiata per avvicinare lo studente alle problematiche delle
professioni.
Al fine di garantire la personalizzazione del percorso sono stati
predisposti attività e insegnamenti facoltativi, a scelta dello studente, ed
è stata prevista la possibilità per ogni scuola, nella sua autonomia e sulla
base di indirizzi regionali, di differenziare fino a un 20% le ore del
curriculum nazionale obbligatorio. Tale possibilità potrà consentire
curvature dei profili, soprattutto per il percorso del liceo tecnologico,
confacenti alle esigenze produttive territoriali.
Nasce il liceo tecnologico
Il percorso liceale si sviluppa in due bienni e un quinto anno. Nell’ambito
degli otto percorsi liceali, quello che interessa il settore agrario è il
liceo tecnologico che si articola in diversi indirizzi. Questo liceo viene
anche chiamato vocazionale perché, soprattutto nell’ultima stesura del
decreto, vi è un recupero delle discipline tecniche e di laboratorio pur
mantenendo un impianto unitario basato sulle discipline scientifiche e
tecnologiche. L’indirizzo del liceo tecnologico che interessa il settore
agrario è quello relativo alle produzioni biologiche e biotecnologie
alimentari (tabella 2).
A discapito del nome, nelle discipline d’indirizzo, non figurano solo quelle
produttive o biotecnologiche ma, in un compromesso con il vecchio impianto
del tecnico agrario, sono presenti, soprattutto in quarta e quinta, le
discipline ingegneristico-economiche. Alla fine del quinto anno il liceo
rilascia, previo esame di stato, il diploma di maturità liceale, titolo non
di qualifica professionale.
I diplomati del liceo quindi dovranno completare la loro formazione
professionale o all’Università o nei percorsi della formazione tecnica
superiore alla quale potranno accedere anche alla fine del quarto anno.
L’attuazione del sistema dell’istruzione e formazione è di competenza
regionale, in quanto lo Stato fissa solamente l’impianto generale, la quota
di orario obbligatorio (990 ore annue minime) e gli standard minimi e comuni
per la spendibilità dei titoli acquisiti su tutto il territorio nazionale e
comunitario. L’impianto generale prevede un percorso triennale con rilascio
di una qualifica di operatore professionale e un percorso di durata
quadriennale con rilascio del titolo di diploma tecnico professionale. Alla
fine del quarto anno lo studente potrà accedere al mondo del lavoro o
frequentare un quinto anno preparatorio, d’intesa con l’Università, per
l’accesso alla stessa, o proseguire gli studi nei percorsi della formazione
tecnica superiore (due anni).
La Conferenza Stato-Regioni individuerà le diverse figure professionali che
ogni Regione potrà poi articolare in specifici profili professionali sulla
base dei fabbisogni territoriali. Nel settore dell’agricoltura, comunque, i
profili professionali saranno riferiti al comparto agroambientale,
agroindustriale e dei servizi per l’agricoltura. Aspetto interessante della
riforma è la possibilità di avere i diversi corsi dei due percorsi nella
stessa sede costituendo un centro polivalente di formazione denominato
campus o polo formativo.
Istruzione agraria: futuro da decidere
Nessuna decisione è stata ancora assunta in merito alla destinazione nei due
percorsi del sistema scolastico delle scuole superiori degli attuali
Istituti tecnici e professionali agrari. Infatti non sarà automatico che gli
Istituti tecnici passino al sistema dei licei e i professionali a quello
dell’istruzione-formazione. Da parte delle scuole in generale e soprattutto
del settore agrario vi è una forte richiesta, vista la specificità, la
dislocazione territoriale, la polivalenza della figura del tecnico in
agricoltura, di far confluire tutti gli istituti in unico percorso,
possibilmente unitario, di liceo vocazionale agrario articolato in più
indirizzi e di realizzare in tutti gli Istituti agrari i centri polivalenti
o campus di formazione e istruzione.
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