POLITICA |
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Condizionalità, ecco le norme per il 2006 |
Ufficializzate le disposizioni applicative per la prossima campagna
Oltre ai nuovi campi d’azione va segnalato che nessun cambiamento
rispetto allo scorso anno è previsto per i diserbi e le lavorazioni
meccaniche da effettuare per il mantenimento della pulizia delle superfici
agricole
Il 15 dicembre scorso, il Mipaf ha licenziato il decreto ministeriale n.
4432 per l’applicazione della condizionalità in Italia a partire dal 2006. I
precedenti provvedimenti (decreto 13-12-2004 e alcune parti del dm
15-3-2005), la cui applicazione è stata valida per l’anno solare 2005, sono
abrogati.
La stesura del nuovo testo si è resa necessaria per effetto di due
motivazioni: per introdurre degli adattamenti al regime della condizionalità,
dopo l’esperienza del primo anno di applicazione, e per integrare i criteri
di gestione obbligatoria con le nuove norme, il cui rispetto decorre dal
2006 e dal 2007.
Essenzialmente, i nuovi campi obbligatori a partire dal 2006 riguardano i
seguenti argomenti:
- le disposizioni relative all’immissione in commercio, alla
commercializzazione e all’utilizzo dei prodotti fitosanitari;
- le norme che introducono divieti specifici per l’impiego di ormoni
nell’ambito delle attività di allevamento degli animali;
- le misure obbligatorie per la rintracciabilità degli alimenti, contenute
nel regolamento 178/2002, relativo ai principi generali sulla legislazione
alimentare dell’Unione Europea. Per quanto riguarda l’Italia, per il 2006 le
norme sulla rintracciabilità riguardano solo la produzione del latte fresco;
- le disposizioni relative al controllo e alla lotta contro le malattie
degli animali (Bse, afta epizootica, vescicolare dei suini, blue tongue).
Nel 2007 si aggiungeranno altri criteri di gestione obbligatori riguardanti
il regime per la protezione e per il benessere degli animali delle diverse
specie.
Le modifiche e gli adattamenti hanno riguardato il capitolo delle buone
pratiche agricole e ambientali che, come noto, fanno riferimento ai seguenti
aspetti: la protezione del suolo mediante idonee misure antierosione; gli
interventi finalizzati al mantenimento della sostanza organica del suolo
tramite la gestione delle stoppie e dei residui colturali; la conservazione
della struttura del suolo attraverso il mantenimento dell’efficienza delle
reti di sgrondo delle acque superficiali; la conservazione degli habitat
tramite la gestione del patrimonio di pascolo permanente; la gestione
secondo rigidi parametri ambientali e agronomici dei terreni ritirati
obbligatoriamente dalla produzione e di quelli disattivati momentaneamente;
la manutenzione degli oliveti e, infine, il mantenimento degli elementi
caratteristici del paesaggio.
Cosa cambia rispetto al 2005
Veniamo ora agli aspetti salienti contenuti del decreto ministeriale in via
di pubblicazione e alle principali differenze rispetto al 2005. In relazione
all’obbligo della bruciatura delle stoppie, il nuovo provvedimento consente
alle Regioni di prevedere delle deroghe, e non solo nel caso le eccezioni
siano previste da norme regionali vigenti prima della data di entrata in
vigore del decreto. Quindi, in casi debitamente giustificati, le
Amministrazioni periferiche possono non applicare il divieto di bruciatura,
ma in tal caso è necessario chiedere agli agricoltori di effettuare degli
interventi alternativi di ripristino del livello di sostanza organica del
suolo.
Per quanto riguarda la delicata materia della gestione delle superfici
ritirate dalla produzione, è stata introdotta la disposizione per la quale,
per comprovare le situazioni che consentono di avvalersi delle deroghe,
all’agricoltore è sufficiente ricorrere all’autocertificazione. Inoltre, si
è deciso che è possibile ricorrere alle lavorazioni del terreno, dopo il 31
agosto, sulle superfici destinate alla coltivazione in vista delle
successive campagne agrarie. Nessun cambiamento è stato previsto per quanto
riguarda le operazioni agronomiche da effettuare per il mantenimento della
pulizia delle superfici agricole (diserbo e lavorazioni meccaniche). Su
questo punto erano elevate le attese degli agricoltori italiani che ora si
troveranno ancora una volta a fronteggiare il problema della corretta
gestione delle superfici a set aside obbligatorio e di quelle
temporaneamente disattivate dalla produzione.
Dopo la pubblicazione del nuovo decreto, le Regioni hanno 60 giorni di tempo
per emanare le disposizioni applicabili a carattere locale, comprese le
eventuali deroghe. Esaurita questa fase, non resta che avviare il processo
di divulgazione a tutto campo delle regole del gioco per il 2006 e informare
in modo adeguato gli agricoltori.
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