UNIONE EUROPEA |
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Dalla Commissione europea un siluro contro dop e
igp |
Proposte preoccupanti a Bruxelles
Non si conoscono ancora i testi delle due proposte di regolamento ma la
sensazione è che si voglia abbassare sensibilmente il livello di protezione,
sganciando i prodotti tipici dalla zona di produzione
Mercoledì 4 gennaio la Commissione europea ha adottato due proposte di
regolamento che hanno lo scopo di modificare il regime comunitario per il
riconoscimento e le tutela delle produzioni agricole e alimentari: quello
che porta all’istituzione del Registro delle denominazione di origine
protetta (dop), delle indicazioni geografiche protette (igp) e delle
specialità tradizionali garantite (stg).
Nel comunicato stampa con il quale la Commissione europea ha presentato
l’iniziativa si tende a ridimensionare la portata delle due bozze di
provvedimento, ma il rischio di un cambiamento in senso peggiorativo esiste
ed è piuttosto concreto, alla luce di alcuni elementi emersi durante recenti
riunioni che si sono tenute presso le istituzioni comunitarie e alle quali
hanno partecipato delegati italiani che ne hanno ricavato un’impressione
piuttosto allarmata.
Rischio stravolgimento
Qual è il pericolo che si corre? L’Unione Europea da tempo sta pensando di
modificare i regolamenti sulle denominazioni geografiche dei prodotti
agricoli e più precisamente si sta orientando verso un regime che sia
compatibile con le regole internazionali.
Nelle valutazioni e nelle anticipazioni fornite ai tavoli di Bruxelles, la
Commissione ha fatto intendere che la modifica delle disposizioni interne
potrebbe comportare l’utilizzo delle denominazioni e dei marchi collettivi
comunitari anche da parte di produttori che non sono localizzati nei
territori di origine previsti nei disciplinari, alla condizione che siano
rispettate le regole stabilite in termini di processo produttivo.
Se così fosse, si andrebbe incontro evidentemente al completo stravolgimento
del legame tra i prodotti agricoli tipici e il territorio di origine: una
vera iattura da evitare a ogni costo, per salvaguardare le prerogative e la
competitività delle nostre migliori produzioni.
Il varo delle due bozze di regolamento consente ora di verificare se questi
rischi sono reali o meno, ma bisogna attendere che i testi siano messi a
disposizione per un’attenta e scrupolosa lettura. Per adesso c’è solo il
comunicato stampa della Commissione che riferisce di voler «Chiarire e
semplificare le norme relative alle indicazioni geografiche protette (igp),
alle denominazioni di origine protette (dop) e alle specialità tradizionali
garantite (stg). A questo fine intende attuare una procedura di
registrazione più efficace e pienamente compatibile con le norme
dell’Organizzazione mondiale del commercio (Wto)». In questo modo si è
espressa Mariann Fischer Boel, commissario Ue all’agricoltura e allo
sviluppo rurale.
«Questa disciplina – ha proseguito il commissario – rappresenta una pietra
miliare della politica di qualità perseguita dall’Ue ed esprime la nostra
volontà di migliorare la tutela delle indicazioni geografiche su scala
internazionale. Conto sulla collaborazione del Consiglio e del Parlamento
europeo per poter rispettare la scadenza dell’aprile 2006 fissata dalla Wto».
Quindi, la Commissione vuole fare in fretta e tende a rassicurare i Paesi
che maggiormente tengono al regime delle denominazioni geografiche tutelate,
ma non si comprende bene cosa si nasconda dietro quella volontà di
assecondare le esigenze internazionali e di adeguarsi alle norme vigenti a
livello Wto.
Di certo, è ben noto che dovunque nel mondo, salvo qualche eccezione, le
produzioni di origine sono scarsamente considerate e si tende a privilegiare
un atteggiamento che porta verso l’uniformazione la banalizzazione, se non
addirittura la vera e propria usurpazione di nomi geografici e tradizionali
con una valenza storica.
Il numero di prodotti regionali e di specialità a denominazione registrata
in virtù dei sistemi qualità europei, ammonta oggi a 720 e continua a
salire. L’Italia è in testa alla classifica europea del 2005 dei
riconoscimenti comunitari con 153 prodotti protetti tra dop e igp.
Ma quali sono le modifiche che si intendono apportare con i nuovi
regolamenti? Dalle scarne notizie oggi a disposizione sembra che si proceda
nelle seguenti direzioni:
- migliorare e rendere più efficace l’iter di registrazione, attraverso la
semplificazione delle procedure e una maggiore chiarezza in relazione al
ruolo e alle competenze degli Stati membri;
- nelle proposte è previsto che la presentazione delle nuove domande di
riconoscimento dei prodotti a denominazione tutelata debba avvenire
utilizzando un «documento unico» che conterrà tutti i dati necessari ai fini
dell’istruttoria e della successiva registrazione nell’elenco delle
specialità agricole e alimentari con marchio e denominazione tutelata;
- altresì sono previste modifiche al sistema dei controlli e alle attività
finalizzate ad accrescere la riconoscibilità delle produzioni dop e igp nei
confronti dei consumatori, grazie a una maggiore visibilità
dell’etichettatura e alla diffusione dell’uso dei simboli comunitari;
- con i nuovi regolamenti sarà offerta agli operatori dei Paesi terzi la
possibilità di presentare domande ed eventuali opposizioni direttamente,
senza bisogno dell’intervento dei loro Governi.
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