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L'Informatore Agrario
Sommario rivista Approfondimento
 
1
 6-12 Gen.

  2006
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Attualità UNIONE EUROPEA

Dalla Commissione europea un siluro contro dop e igp

Proposte preoccupanti a Bruxelles

Non si conoscono ancora i testi delle due proposte di regolamento ma la sensazione è che si voglia abbassare sensibilmente il livello di protezione, sganciando i prodotti tipici dalla zona di produzione

Mercoledì 4 gennaio la Commissione europea ha adottato due proposte di regolamento che hanno lo scopo di modificare il regime comunitario per il riconoscimento e le tutela delle produzioni agricole e alimentari: quello che porta all’istituzione del Registro delle denominazione di origine protetta (dop), delle indicazioni geografiche protette (igp) e delle specialità tradizionali garantite (stg).
Nel comunicato stampa con il quale la Commissione europea ha presentato l’iniziativa si tende a ridimensionare la portata delle due bozze di provvedimento, ma il rischio di un cambiamento in senso peggiorativo esiste ed è piuttosto concreto, alla luce di alcuni elementi emersi durante recenti riunioni che si sono tenute presso le istituzioni comunitarie e alle quali hanno partecipato delegati italiani che ne hanno ricavato un’impressione piuttosto allarmata.
Rischio stravolgimento
Qual è il pericolo che si corre? L’Unione Europea da tempo sta pensando di modificare i regolamenti sulle denominazioni geografiche dei prodotti agricoli e più precisamente si sta orientando verso un regime che sia compatibile con le regole internazionali.
Nelle valutazioni e nelle anticipazioni fornite ai tavoli di Bruxelles, la Commissione ha fatto intendere che la modifica delle disposizioni interne potrebbe comportare l’utilizzo delle denominazioni e dei marchi collettivi comunitari anche da parte di produttori che non sono localizzati nei territori di origine previsti nei disciplinari, alla condizione che siano rispettate le regole stabilite in termini di processo produttivo.
Se così fosse, si andrebbe incontro evidentemente al completo stravolgimento del legame tra i prodotti agricoli tipici e il territorio di origine: una vera iattura da evitare a ogni costo, per salvaguardare le prerogative e la competitività delle nostre migliori produzioni.
Il varo delle due bozze di regolamento consente ora di verificare se questi rischi sono reali o meno, ma bisogna attendere che i testi siano messi a disposizione per un’attenta e scrupolosa lettura. Per adesso c’è solo il comunicato stampa della Commissione che riferisce di voler «Chiarire e semplificare le norme relative alle indicazioni geografiche protette (igp), alle denominazioni di origine protette (dop) e alle specialità tradizionali garantite (stg). A questo fine intende attuare una procedura di registrazione più efficace e pienamente compatibile con le norme dell’Organizzazione mondiale del commercio (Wto)». In questo modo si è espressa Mariann Fischer Boel, commissario Ue all’agricoltura e allo sviluppo rurale.
«Questa disciplina – ha proseguito il commissario – rappresenta una pietra miliare della politica di qualità perseguita dall’Ue ed esprime la nostra volontà di migliorare la tutela delle indicazioni geografiche su scala internazionale. Conto sulla collaborazione del Consiglio e del Parlamento europeo per poter rispettare la scadenza dell’aprile 2006 fissata dalla Wto».
Quindi, la Commissione vuole fare in fretta e tende a rassicurare i Paesi che maggiormente tengono al regime delle denominazioni geografiche tutelate, ma non si comprende bene cosa si nasconda dietro quella volontà di assecondare le esigenze internazionali e di adeguarsi alle norme vigenti a livello Wto.
Di certo, è ben noto che dovunque nel mondo, salvo qualche eccezione, le produzioni di origine sono scarsamente considerate e si tende a privilegiare un atteggiamento che porta verso l’uniformazione la banalizzazione, se non addirittura la vera e propria usurpazione di nomi geografici e tradizionali con una valenza storica.
Il numero di prodotti regionali e di specialità a denominazione registrata in virtù dei sistemi qualità europei, ammonta oggi a 720 e continua a salire. L’Italia è in testa alla classifica europea del 2005 dei riconoscimenti comunitari con 153 prodotti protetti tra dop e igp.
Ma quali sono le modifiche che si intendono apportare con i nuovi regolamenti? Dalle scarne notizie oggi a disposizione sembra che si proceda nelle seguenti direzioni:
- migliorare e rendere più efficace l’iter di registrazione, attraverso la semplificazione delle procedure e una maggiore chiarezza in relazione al ruolo e alle competenze degli Stati membri;
- nelle proposte è previsto che la presentazione delle nuove domande di riconoscimento dei prodotti a denominazione tutelata debba avvenire utilizzando un «documento unico» che conterrà tutti i dati necessari ai fini dell’istruttoria e della successiva registrazione nell’elenco delle specialità agricole e alimentari con marchio e denominazione tutelata;
- altresì sono previste modifiche al sistema dei controlli e alle attività finalizzate ad accrescere la riconoscibilità delle produzioni dop e igp nei confronti dei consumatori, grazie a una maggiore visibilità dell’etichettatura e alla diffusione dell’uso dei simboli comunitari;
- con i nuovi regolamenti sarà offerta agli operatori dei Paesi terzi la possibilità di presentare domande ed eventuali opposizioni direttamente, senza bisogno dell’intervento dei loro Governi.

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