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Origine in etichetta: UE avanti piano
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Con il voto favorevole di 26 Paesi membri, Italia inclusa, l'UE ha adottato le norme attuative sull'obbligo di etichettatura di origine dell'ingrediente primario degli alimenti quando l'origine dei prodotti sia dichiarata. Il regolamento è sostanzialmente quello presentato in bozza fatta eccezione per due modifiche.
La prima è all'articolo 1, chiesta tra gli altri anche dall'Italia, e specifica che l'indicazione di origine coperta dal provvedimento non riguarda solo il testo scritto, ma anche evocazioni, immagini, simboli o termini. La seconda è all'ultimo articolo, il numero 4, e sposta la data di applicazione del regolamento dall'aprile 2019 al 2020.
Il testo non è la svolta nel dibattito sull'origine obbligatoria degli alimenti desiderata in Italia. L'obbligo previsto nell'atto scatta solo nel casoi in cui il luogo di provenienza dell'alimento sia indicato e non sia lo stesso di quello del suo ingrediente primario.
L'indicazione di origine è e resta, in generale, volontaria per i produttori salvo in alcuni casi, stabiliti dal regolamento del 2011. Con il regolamento approvato il 16 aprile diventa obbligatoria nel caso si comunichino informazioni fuorvianti al consumatore. Passo avanti nella trasparenza in etichetta, anche se minimo.
Il testo non si applica ai prodotti a marchio registrato, né a Dop e Igp.
Resta da vedere ora cosa succederà alle sperimentazioni di indicazione di origine obbligatoria già in vigore su diversi prodotti e in diversi paesi europei, Italia inclusa. l'Italia ha legato esplicitamente l'efficacia dei decreti sull'origine del grano per la pasta, del riso, del pomodoro e anche il primo approvato sul latte, all'entrata in vigore del regolamento europeo.
Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 15/2018 a pag. 7
Sull’origine in etichetta l’Europa sceglie il basso profilo
di A. Di Mambro
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