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Il fronte Mercosur spaventa l’agricoltura europea
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L'UE stringe i tempi sull'accordo commerciale con i Paesi del Mercosur (Brasile, Argentina, Paraguay e Uruguay). L'UE, che nei Paesi del Mercosur già esporta beni per 42 miliardi l'anno e investe per quasi 400, vuole l'apertura del mercato sudamericano per le sue automobili e relative componenti (dazi al 35%), macchine (dazi dal 20 al 35%), cosmetici (18%), calzature e vestiti (35% su scarpe, 26% su tessuti).
L'UE cerca l'eliminazione delle tariffe anche su formaggi (oggi al 28%), vini e acolici (dal 20 al 35%), cioccolata e dolci (20%). Infine, la tutela dei prodotti a indicazione geografica, come DOP e IGP: l'UE cerca di imporre regole anti-imitazione in Paesi che sono centrali mondiali dell'imitazione delle denominazioni europee.
I problemi per l'agricoltura europea cominciano con gli interessi offensivi dei Paesi del Mercosur, che in cambio vogliono l'accesso a dazio zero nell'UE per contingenti di carni bovine e pollame, zucchero ed etanolo e riso.
Per limitarsi alle concessioni a tariffa zero, sulle carni bovine l'offerta fatta diversi mesi fa dall'UE è di 70.000 tonnellate. Le indiscrezioni stampa secondo cui Bruxelles sarebbe disponibile ad aumentarla a 99.000 hanno fatto insorgere gli allevatori.
Stessa situazione sulle carni avicole: secondo Unaitalia un tale accordo, oltre a mettere in ginocchio il settore avicolo europeo, mette a rischio la sicurezza dei consumatori, abituati ai più alti standard di produzione.
Sul riso, le indiscrezioni indicano che l'UE sarebbe pronta ad aprire un contingente da 45.000 tonnellate. Non è molto in termini assoluti, ma lo diventa se si considera la situazione generale del settore.
La sensazione è che se non si raggiunge un accordo entro febbraio o marzo il negoziato potrebbe finire in congelatore, come il TTIP con gli USA.
Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 5/2018 a pag. 7
Nuovi problemi per l’agricoltura europea sul fronte sudamericano
di A. Di Mambro
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