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Crisi del frumento: diciamo le cose come stanno
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Con il pacchetto di proposte presentate dal ministro Martina al tavolo di filiera dei cereali dello scorso 20 luglio, il Mipaaf torna, dopo 10 anni dal varo del primo piano cerealicolo, a delineare una strategia di difesa del comparto da parte della mano pubblica.
Le misure vanno senz’altro nella direzione giusta, anche se da un primo esame emergono già alcune criticità. Per quanto riguarda ad esempio il sostegno agli investimenti nella logistica e nei centri di stoccaggio, appare evidente che 10 milioni di euro difficilmente potranno fare da volano per nuove iniziative, se si tiene conto delle gravi ristrettezze che gravano sui crediti alle imprese soprattutto in agricoltura.
La creazione di una Commissione unica nazionale e l’introduzione di un marchio volontario a difesa della materia prima nazionale sono sicuramente strumenti importanti, purché i loro protagonisti siano le imprese agricole e agroindustriali, visto che qualsiasi intervento di coordinamento dovrà necessariamente fare i conti con la realtà dei mercati.
Ed è proprio su come affrontare i mercati che le proposte del Mipaaf (creazione di un nuovo strumento assicurativo per i prezzi dei cereali) non sono ancora ben definite. Considerando che nei mesi passati era possibile per i venditori fissare dei prezzi «in avanti» a livelli superiori a quelli attuali (fino a marzo anche a 240 euro/t), viene da chiedersi perché pochissimi produttori (in realtà, solo coloro che si erano legati a dei contratti di coltivazione) ne abbiano approfittato.
Il problema resta infatti l’organizzazione della produzione, che come noto è fortemente polverizzata e non è in grado di esprimere un’offerta coordinata e di utilizzare gli strumenti di copertura dei rischi di prezzo già esistenti (futures, mercati a termine, contratti a prezzo chiuso, ecc.).
È perciò auspicabile che il Mipaaf si faccia promotore, con i partecipanti al tavolo di filiera, di proposte che rafforzino la struttura economica dell’offerta, e in particolare delle Op e Aop.
Se vuoi approfondire l'argomento, grazie al servizio Rivista Digitale, leggi l'articolo online a pagina 6 de L'Informatore Agrario n. 30/2016! Clicca qui
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