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Daniel Rosario, portavoce della Commissione UE per l'agricoltura e lo sviluppo rurale parla delle implicazioni del piano sul "mercato unico digitale" presentato dall'Esecutivo dell'Unione per la diffusione della connessione internet veloce nelle campagne. Filmato a Bruxelles l'8 maggio 2015.

 

- Nel nuovo piano sul "mercato unico digitale" c'è spazio anche per interventi sulla diffusione della banda larga nelle aree rurali?

- L'obiettivo generale del piano della Commissione è di garantire che tutto il territorio europeo sia coperto da banda larga ultraveloce, in modo che qualità, velocità e costi finali della connessione risultino omogenei per gli utenti. Da questo punto di vista abbiamo un importante divario da colmare. Secondo dati del 2013, solo il 25% delle aree rurali sono coperte da questo servizio, laddove nelle città questa percentuale è quasi del 70%. C'è un ampio margine per lavorare e migliorare. E visto che le zone rurali, per le loro caratteristiche, a volte non attraggono questo tipo di investimenti dagli operatori privati, il finanziamento pubblico ha un ruolo importante da giocare.


- Quando parla di finanziamento pubblico si riferisce essenzialmente allo sviluppo rurale o c'è dell'altro?

- Il piano ha ricadute a diversi livelli. Per i fondi di sviluppo rurale 2014-2020 abbiamo da 1,6 a 2 miliardi di euro dedicati a questa misura. Il punto è che noi vogliamo promuovere un uso diverso di questi fondi. Vorremmo fossero usati come leva per attrarre gli investimenti privati, oltre a essere co-finanziati in qualche occasione da risorse nazionali, così da godere di un effetto moltiplicatore. In ultima analisi, però, l'impatto di questo tipo di impegni e la quantità di fondi spesi per la banda larga nelle campagne dipende dalle scelte delle autorità nazionali e regionali nei piani di sviluppo rurale.