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Nell’editoriale de L'Informatore Agrario n. 5/2015 il prof. Corrado Giacomini si chiede perché l’interprofessione ha avuto così poco successo in Italia. Il vero ostacolo alla nascita delle organizzazioni interprofessionali, cioè di una organizzazione di filiera, è il fatto che la nostra agricoltura è basata su organizzazioni professionali a vocazione generale, sostiene Giacomini.

Se si prende l’esempio francese, richiamato anche dal ministro Martina, alla costituzione delle organizzazioni interprofessionali non partecipa la Fnsea, la più grande organizzazione professionale francese, ma gli organismi di rappresentanza delle diverse fasi della produzione e della trasformazione. Ma senza andare in Francia, l’accordo interprofessionale nel settore delle barbabietole, da sempre, è basato sul rapporto tra organizzazione della produzione e quella della trasformazione. E l’esempio, forse unico in Italia, di un’interprofessione che funziona, quella del «Distretto del pomodoro da industria del Nord Italia», è nato dal rapporto tra organizzazioni di produttori del pomodoro e rappresentanti della trasformazione nell’area dove tale filiera si sviluppa. Forse il Ministero – conclude - che pare stia predisponendo un nuovo decreto per disciplinare la nascita delle organizzazioni interprofessionali, farebbe bene a ispirarsi all’art. L632 e seguenti del Code rural francese e alla legge n. 24/2000 della Regione Emilia-Romagna, che ha incominciato a tracciare la strada.