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Mercati agricoli 2024/2 - Joseph Glauber: la prospettiva USA
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Joseph Glauber, capo economista del Dipartimento per l'agricoltura degli Stati Uniti (USDA), offre il punto di vista degli USA sul futuro a medio termine dei mercati agricoli mondiali. Filmato durante la Conferenza "2024 prospects for EU agricultural markets", Commissione Europea, Bruxelles 5 dicembre 2014.
- Qual è il punto di vista dello USDA sulle prospettive dei mercati agricoli mondiali nel medio termine?
- Dopo i prezzi record per i cereali e i semi oleosi che abbiamo visto negli ultimi anni, oggi vediamo l'effetto di raccolti abbondanti: i prezzi sono calati molto. Nei prossimi dieci anni prevediamo una crescita moderata, molto inferiore ai livelli del 2012-2013, ma comunque con prezzi più alti rispetto a quello cui eravamo abituati 15 anni fa. La tendenza si conferma alla crescita per i cereali e nel mercato mondiale dei semi. Molto ci aspettiamo dal commercio delle carni, siano esse manzo, maiale o pollame. Per gli Stati Uniti è lecito attendersi una crescente concorrenza dai paesi latinoamericani. Questi paesi, per esempio, dovrebbero intercettare i 2/3 dell'incremento della domanda di semi oleosi in Cina. Gli Usa possono competere sul rimanente, ma la crescita agricola avverrà nei luoghi che hanno a disposizione molta terra. Un'altra area emergente è costituita dai paesi dell'ex URSS, con grandi produttori di grano come Ucraina e Kazakhstan che di recente hanno aumentato la produzione anche di mais e soia. La commodity su cui gli USA resteranno davvero competitivi è il mais, perché registriamo una crescita continuativa delle rese e perché la produzione di bioetanolo da mais si è stabilizzata, rispetto ai livelli del 2005-2010. Da allora i consumi interni di bioetanolo sono diminuiti.
- Che cosa succederà ai fenomeni di volatilità estrema? Nel quinquennio 2007-2012 i prezzi sui mercati agricoli sono stati molto instabili. E' un fenomeno che continuerà o la situazione sarà più calma?
- Dobbiamo sempre ricordare che nel 2007 le scorte erano a un livello molto basso e non hanno potuto funzionare da cuscinetto quando abbiamo avuto delle anomalie nell'offerta dovute al calo delle rese per esempio in Sud America, Europa e Stati Uniti. L'incremento del livello delle scorte osservato negli ultimi tre anni potrà aiutarci a mitigare la volatilità. Ma attenzione: nonostante la crescita della produzione anche la domanda sta aumentando. Per esempio, prendiamo il grano: dato il livello delle scorte e la variabilità delle rese nella regione del Mar Nero, da dove ci aspettiamo vengano molte delle esportazioni, questa è una commodity da tenere sotto osservazione dal punto di vista della volatilità. In termini generali però credo che possiamo aspettarci meno volatilità rispetto al passato.
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