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In occasione del Congresso del Copa-Cogeca (6-8 ottobre) e a poche settimane dall'insediamento di una nuova Commissione europea, i rappresentanti degli agricoltori dell'Ue si sono riuniti a Bruxelles. Quali le aspettative per i prossimi cinque anni? Abbiamo posto ad alcuni di loro la seguente domanda:
Una nuova commissione sta per insediarsi, quali sono i problemi che vorreste veder risolti nei prossimi cinque anni e di cosa invece fareste a meno?

Dilyana Slavova, presidente Comitato economico e sociale UE (sez. Agricoltura e Ambiente) e presidente dell'Associazione Bulgara dei produttori lattiero-caseari
Una nuova commissione sta per insediarsi e noi ci aspettiamo un'applicazione vera della riforma della Pac. La nostra speranza è inoltre che nella nuova Pac dopo il 2020 la riforma sia più profonda, in modo da evitare l'attuale grande disparità nel livello dei pagamenti tra i diversi paesi dell'UE.
 
Joachim Rukwied, presidente della DBV (Germania)
La cosa più importante per noi è aumentare la competitività, dobbiamo concentrarci su come rispondere alla domanda con politiche di orientamento all'export e al mercato. Quello che invece non vogliamo mantenere è la burocrazia.
 
Eduardo Baamonde Noche, Direttore generale delle Cooperative Agroalimentari, Spagna)
Noi vediamo quattro grandi sfide per l'agricoltura europea nei prossimi cinque anni. In primo luogo, la volatilità dei prezzi. Secondo, la globalizzazione: dobbiamo attrezzarci per approfittare dei vantaggi che porta ma anche proteggerci dai suoi effetti negativi. Terzo: lo squilibrio di potere economico nella filiera alimentare. Quarta sfida è l'insediamento dei giovani. Dobbiamo eliminare la burocrazia eccessiva, non possiamo essere un settore competitivo con tutto il carico amministrativo che abbiamo oggi.
 
Gail Soutar, Ufficio di Bruxelles della NFU (National Farmers Union, Regno Unito)
Per gli agricoltori britannici sarebbe importante rimettere in discussione alcune parti della riforma della Politica agricola, recuperandone gli elementi più "comuni". Vorremmo fare a meno dell'introduzione di nuova burocrazia e c'è preoccupazione circa il greening, in particolare sul requisito della diversificazione della produzione in almeno tre colture. Gli agricoltori fanno tutto ciò che possono per l'ambiente, ma questo requisito non è adatto all'agricoltura britannica e vorremmo vederlo sostituito da una misura più ragionevole.
 
Henri Brichart, Vicepresidente della FNSEA (Francia)
Gli agricoltori francesi sono interessati in particolare all'applicazione della riforma della PAC, il modo con cui essa permetterà di sviluppare le loro imprese e di partecipare alla crescita dell'economia europea, in cui il settore agricolo ha buone prospettive. Il fatto, insomma, che le regole siano applicate in tutti i territori con pragmatismo e buon senso. Da più di 20 anni l'evoluzione della Pac si è basata molto sulle tematiche ambientali. Siamo ben consci del nostro ruolo in materia, ma l'ambiente non può essere il solo motore delle riforme della Politica agricola comune.