Bernhard Url: nuovo caso di peste suina in Grecia, ma si può battere

Bernhard Url, direttore dell’Agenzia europea per la sicurezza alimentare (Efsa), fa un aggiornamento della situazione sulla peste suina africana in Europa e sulle misure per eradicare la malattia. Filmato a Bruxelles il 18 febbraio 2020.

Domanda

Dopo un nuovo caso di peste suina africana in Grecia, qual è la situazione della malattia in Europa e quali le possibili misure per fermarla?

Risposta

Sì è vero, c’è stato un primo caso in Grecia segnalato qualche settimana fa e questo fa aumentare a dieci i Paesi europei in cui la malattia è presente, tutti nella parte orientale o nord-orientale dell’UE, e ora anche in Grecia. La malattia sta avanzando lentamente, diciamo sui 5-10 km l’anno attraverso vettori naturali, principalmente i cinghiali. E poi c’è il fattore umano, quando gli esseri umani trasportano materiale infetto la malattia può arrivare a centinaia di chilometri di distanza.

Cosa fare? Efsa ha prodotto diversi pareri su sorveglianza, controllo e gestione della peste suina africana. Da questi lavori emerge che occorre intervenire sulla densità della popolazione di cinghiali e in certe condizioni la caccia può essere una soluzione.

Altre soluzioni possono essere le recinzioni e il divieto di somministrazione dei mangimi ai cinghiali. La rimozione delle carcasse degli animali infetti è importantissima, come anche la consapevolezza degli agricoltori sulla necessità di aumentare le misure di biosicurezza.

La risposta breve alla sua domanda è: non esiste una sola soluzione per contenere la malattia, ma abbiamo bisogno di tante misure diverse. Recentemente c’è stato un caso di eradicazione, nella Repubblica Ceca, e questo dimostra che la malattia può essere sconfitta se tutte le misure sono applicate nel modo giusto.