Il ruolo del glifosate nella gestione integrata

contenimento infestanti mais con glifosate

Il ruolo del glifosate nella gestione delle malerbe nel settore agricolo è di fondamentale importanza: in primo luogo è impiegato nella devitalizzazione delle malerbe nei letti di semina, ma anche per la bonifica delle specie perennanti nel periodo intercolturale, nonché nelle applicazioni localizzate sotto le file delle colture arboree.

Onde evitare tuttavia problematiche di carattere ambientale, nonché di selezionare specie di sostituzione o di popolazioni resistenti, occorre adottare strategie di impiego razionali e integrate (IWM: integrated weed management) con tutte le pratiche di lotta.

In questo contesto il glifosate, in virtù del suo differente meccanismo d’azione, può svolgere un importante ruolo di prevenzione della comparsa di resistenze agli erbicidi di comune impiego e maggiormente esposti a questo rischio, come gli ALS-inibitori (solfoniluree, triazolopirimidine, triazoloni, imidazolinoni, ecc.) e ACCasi-inibitori (graminicidi specifici).

Ottimali applicazioni di glifosate possono contribuire, inoltre, alla gestione delle resistenze laddove esse siano già insorte.

Raccomandazioni per un ottimale impiego di glifosate

  • Adottare adeguata rotazione colturale e degli erbicidi caratterizzati da differente meccanismo d’azione.
  • Alternare periodiche arature ai regimi di coltivazione su sodo o in condizioni di minime lavorazioni.
  • Praticare la tecnica della falsa semina con la preparazione anticipata del terreno e il ritardo della semina.
  • Modulare epoca e densità di semina in funzione delle colture adottate e delle malerbe presenti.
  • Trattare in condizioni pedoclimatiche ottimali e possibilmente su malerbe non eccessivamente sviluppate.
  • Modulare le dosi di impiego in funzione delle condizioni pedoclimatiche, della sensibilità delle specie e dello stadio di sviluppo.
  • Evitare di trattare nel periodo intercolturale in condizioni di elevato stress delle malerbe e con temperature superiori a 35 °C.
  • Monitorare le malerbe prima e dopo le applicazioni di glifosate.
  • Evitare di miscelare glifosate con erbicidi residuali in pre-emergenza delle colture qualora le malerbe siano oltre lo stadio di 5 cm di sviluppo.
  • Non trattare in condizioni di eccessiva rugiada (oltre il limite del gocciolamento).
  • In prossimità di strade polverose e con malerbe eccessivamente sporche, attendere di trattare dopo una pioggia.
  • Utilizzare una concentrazione di formulato (tipo 360 g/L di glifosate) non inferiore all’1% del volume di acqua; 200 L/ha si possono ritenere ottimali con le normali attrezzature utilizzate per la distribuzione, modulando le dosi in funzione delle reali esigenze.
  • Addizionare solfato ammonico prima di glifosate a una concentrazione di 1-2 % del volume dell’acqua durante la preparazione delle miscele nei serbatoi delle irroratrici. L’addizione di solfato ammonico è consigliata anche con i più moderni formulati, qualora le condizioni di impiego non siano favorevoli e con malerbe sviluppate (meno sensibili all’azione di glifosate).
  • Ripetere il trattamento eseguito a dosi ridotte e su malerbe molto sviluppate in caso di pioggia caduta in un intervallo di tempo inferiore a 4-5 ore.
  • Utilizzare acqua pulita, senza argilla e sostanza organica in sospensione.

 

Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 14/2014
Come ottimizzare l’efficacia del glifosate sulle malerbe
di G. Campagna, E. Geminiani
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