Il riso vince la battaglia dei dazi, ma i rischi non sono finiti

risaia Birmania

La Commissione europea ha adottato il regolamento di esecuzione che ripristina il dazio sul riso indica lavorato e semilavorato proveniente da Cambogia e Birmania.

La decisione è arrivata dopo le richieste dei Paesi produttori europei, Italia in prima fila, e un’indagine che ha dimostrato come le importazioni a dazio zero dai due Paesi asiatici abbiano portato serie difficoltà al settore risicolo europeo in termini di calo dei prezzi, della quota di mercato e della produzione.

Il ritorno dei dazi sul riso cambogiano e birmano durerà tre anni, potrebbe durare di più se le condizioni non migliorassero ed è regressivo (175 euro/t il primo anno, 150 il secondo, 125 il terzo).

Si tratta della prima volta che l’Ue adotta una misura del genere, che tuttavia non va interpretata come un radicale ripensamento della dottrina in fatto di politiche commerciali che essa persegue.

I problemi maggiori per il riso italiano ed europeo potrebbero venire in futuro da India e Tailandia, rispettivamente terzo e primo esportatore verso l’Ue. Bruxelles e Nuova Delhi hanno provato a riprendere i colloqui nel 2017 dopo 4 anni di stop: dopo quella riunione le parti non si sono più incontrate, ma il negoziato risulta ancora aperto.

 

Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 2/2019
Sospiro di sollievo per il riso italiano
di A. Di Mambro
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