Fillossera della vite, nuove infestazioni in Italia

Danni provocati da fillossera della vite

La fillossera della vite (Daktulosphaira vitifoliae), è un afide originario del Nord America, descritto da Fitch nel 1854. Arrivato in Europa tra il 1858 e il 1862 con l’introduzione dei vitigni americani importati per creare ibridi con V. europea resistenti all’oidio, è stato segnalato per la prima volta in Italia nel 1879 in provincia di Lecco.
Dalla sua introduzione al 1921 provocò la distruzione di circa 1,2 milioni di ettari di vigneto, un quarto della superficie vitata italiana di allora.
Su vite europea (Vitis vinifera, V. silvestris) il ciclo della fillossera è notevolmente cambiato negli ultimi decenni. Fino agli anni 70 l’afide era segnalato in grado di svolgere solo un analociclo omotopo sulle radici da parte delle gallecole radicicole partenogenetiche in quanto i tessuti fogliari, non reagendo alle punture delle fondatrici, facevano mancare tutta la serie di gallecole fogliari. I danni erano a carico dell’apparato radicale, con nodosità sugli apici radicali e tuberosità sulle radici già formate in grado di causare la morte delle piante nei vigneti franchi di piede.
A partire dagli anni 80 sono state segnalate galle fogliari su viti europee innestate in molte regioni italiane. Le ragioni degli attacchi fogliari sono ancora sconosciute.
Il cambiamento climatico, le pratiche colturali (minore cura nell’eliminazione dei ricacci dal piede americano o delle viti inselvatichite, riduzione nell’uso di insetticidi a largo spettro d’azione), i nuovi cloni di portinnesti e/o di varietà disponibili possono svolgere un ruolo importante nell’indurre una pressione selettiva sulle popolazioni di filossera esistenti, che di conseguenza hanno adattato il loro comportamento alimentare, creando nuovi biotipi in grado di produrre galle anche su vite europea.

 

Tratto dall’articolo pubblicato su Vite&Vino n. 3/2018 a pag. 47
Nuove infestazioni di fillossera su vite europea
di N. Mori, E. Marchesini, C. Duso, A. Fornek