Gestione del suolo: inerbimento in vigneto

La tecnica colturale dell’inerbimento, nota anche come pacciamatura viva, consiste nel lasciar crescere temporaneamente o permanentemente sul terreno vitato l’erba spontanea, o più frequentemente erba seminata, e di controllarne lo sviluppo mediante tre-cinque sfalci annui con apposite macchine.

L’inerbimento può essere totale (su tutta la superficie del vigneto) o, più frequentemente, parziale: viene inerbito solo lo spazio interfilare, lasciando all’intervento meccanico o con prodotti erbicidi il controllo delle infestanti lungo la fila.

L’inerbimento può essere temporaneo qualora, soprattutto in collina e al Sud in particolare, non si lavora più il terreno da fine primavera-inizio estate e fino a fine inverno, o addirittura a primavera inoltrata dell’anno successivo, in funzione dell’andamento climatico. Mentre in ambienti con terreni fertili, con buona piovosità primaverile ed estiva o con la possibilità d’irrigazione, si adotta l’inerbimento permanente, cioè la presenza del manto erboso per tutto l’anno, in particolare nello spazio interfilare.

Rappresenta una tecnica diffusa da decenni in alcune regioni italiane (Emilia-Romagna, Friuli, Veneto), ma ormai conosciuta anche nelle altre realtà viticole italiane e internazionali, a partire dai vigneti di medie-grandi dimensioni e su terreni freschi e irrigabili.

Per conseguire i migliori risultati è però fondamentale il rispetto di alcune regole:

  • adottare l’inerbimento permanente a tutto campo (oppure anche solo limitatamente all’interfilare) solamente per i terreni vitati con basso rischio di siccità;
  • se le erbe spontanee sono caratterizzate da apparati radicali superficiali e quindi con minori esigenze d’acqua e nutrizionali (es. le graminacee quali poe, festuche, setarie, bromi ecc.), si potrà evitare la semina, viceversa andranno distribuiti alcuni miscugli di sementi;
  • particolarmente nei primi tre-quattro anni si dovranno considerare le maggiori esigenze d’acqua e di concimi (azotati in particolare) del terreno inerbito, onde evitare indebolimenti del vigneto;
  • nei periodi primaverili-estivi e con rischi di siccità, sarà necessario intervenire con maggiore frequenza nel taglio dell’erba, evitando che la stessa raggiunga un’eccessiva altezza (40-50 cm) e quindi aumenti le sue esigenze idriche e nutrizionali;
  • nella fase di impianto dell’inerbimento, è opportuno non passare sul terreno dopo le piogge, evitando così di creare profonde carreggiate, poi difficilmente rimediabili. Interessante al riguardo può essere la soluzione di inerbire filari alterni e dopo uno-due anni estendere l’inerbimento a tutto il vigneto (valida anche per contenere i rischi di siccità);
  • infine, in mancanza di irrigazione e con terreni leggeri, è importante che il vigneto abbia raggiunto almeno i quattro-cinque anni di vita.

 

Tratto dal libro Coltivare la vite di E. Corazzina