Azoto e fosforo, veri alleati in oliveto

La qualità dell’olio nasce nell’oliveto e in frantoio si può solo rovinarla il meno possibile. Se a molti olivicoltori questo concetto suonerà come un luogo comune, per Nicola Carbone, titolare assieme al fratello Ferdinando dell’omonima azienda agricola, è la regola base per la coltivazione dell’olivo.

Nicola Carbone

«L’azienda copre circa 80 ettari a olivo di varietà Ottobratica, Tombarello, Ciciarello, Coroneiki e altre tipiche dell’areale Reggino a Laureana di Borrello (RC). Un settore aziendale viene coltivato in biologico e l’altro in integrato – ci racconta Nicola Carbone, che si occupa prevalentemente della gestione agronomica degli olivi – e la differenza in termini produttivi e di vigoria delle piante del secondo settore è chiaramente molto elevata per merito anche della fertilizzazione, che per questa coltura è un fattore di importanza imprescindibile».

Piano di nutrizione mirato alla qualità

Un’azienda che ha fatto della qualità dell’olio la propria bandiera non prescinde dalla qualità anche nei mezzi tecnici, fertilizzanti compresi, e soprattutto dal piano di concimazione − anzi di nutrizione − ammoniacale.

Nicola ritiene infatti che sia in particolare la concimazione autunnale a sentenziare la buona riuscita dell’annata sia in termini quali-quantitativi, sia di contenimento del fenomeno dell’alternanza: «Il piano di concimazione aziendale prevede l’impiego di fertilizzanti con azoto stabilizzato e fosforo a partire da novembre. Nello specifico in questo periodo distribuiamo 5 q/ha di un noto fertilizzante NP con inibitore della nitrificazione (11% in azoto nitrico e 14% in azoto ammoniacale più 15% di anidride fosforica).

Ho provato diversi prodotti negli anni – sottolinea Nicola – e ritengo che l’azoto stabilizzato dia diversi vantaggi, non ultimo l’assenza di problemi legati al dilavamento ma è la qualità del fosforo, intesa come solubilità, a fare davvero la differenza».

Olive del raccolto 2019 dell’azienda Carbone

Fosforo: elemento fondamentale

Per l’olivo il fosforo è davvero un nutriente fondamentale, influenza positivamente la fioritura e allegagione, accelera i processi di maturazione del frutto e degli altri tessuti vegetali, stimola la crescita radicale: «Un buon fosforo è importante per la resa ma è fondamentale soprattutto per la qualità dell’olio, che è la nostra mission aziendale da sempre».

Alla ripresa vegetativa – verso fine marzo in condizioni meteo normali – si effettua una concimazione con un concime idrosolubile contenente azoto stabilizzato e zolfo e, poco prima dell’allegagione, alle piante viene fornito azoto organico e boro per via fogliare.

Attenzione a tutte le fasi produttive

La grande attenzione alle agrotecniche in oliveto è pari a quella prestata all’estrazione e all’imbottigliamento dell’olio, che prevede molitura in giornata, gramolatura a freddo e a basso consumo di acqua, imbottigliamento anche in atmosfera controllata, il tutto con un sistema di rintracciabilità certificato a garanzia del consumatore.

Oggi l’azienda Carbone è conosciuta soprattutto per tre oli extravergine: «Coroneiki», ottenuto dall’omonima varietà; «Ter», un blend fra tre delle maggiori varietà del territorio olivicolo reggino (Ottobratica, Tombarello e Ciciarello) e «Laureanum», olio monovarietale ottenuto da olive Nocellara.

 

Lorenzo Andreotti