GUIDA ILLUSTRATA ALLA MULTIFUNZIONALITà |
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Cicloturismo: una nuova opportunità per le
aziende di avvicinare i cittadini |
Il cicloturismo è in crescita ovunque e le aziende agrituristiche
cercano di intercettare anche questo nuovo ed interessante segmento di
mercato che registra in tutta Europa un numero crescente di praticanti.
Per il nostro Paese l’utente più interessante è quello di lingua tedesca e
comprende tre paesi: la Germania, soprattutto, in cui vi sono 9 milioni di
cicloturisti, l’Austria e la Svizzera. Il cicloturismo negli ultimi anni ha
fatto registrare in Germania incrementi di oltre il 15% all’anno, battendo
sport come il golf o l’equitazione. Ne consegue che le aziende interessate a
questo grosso segmento di mercato è opportuno che imparino il tedesco.
Il fenomeno si sta sempre più sviluppando anche in Italia: per piacere, per
scelta o per comodità sono in continuo aumento anche gli italiani che
praticano l’utilizzo delle due ruote ed aumenta così il numero delle
biciclette vendute. Il numero delle biciclette in circolazione in Italia
sembra attestarsi sui 32 milioni ed aumentano le riviste di cicloturismo.
Negli ultimi 15 anni, sia pur in modo frammentario e ben al di sotto delle
reali necessità, sono stati effettuati interventi a favore della mobilità
ciclistica mediante la costruzione di piste e percorsi ciclabili e di altre
dotazioni infrastrutturali (come sottopassi e passerelle) per la
circolazione delle biciclette, anche grazie alla produzione di leggi
specifiche.
A partire dal 1998, sono state approvate leggi in materia di ciclabilità in
nove Regioni italiane (Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli‑Venezia Giulia,
Emilia‑Romagna, Marche, Lazio, Umbria, Abruzzo), nella Provincia autonoma di
Trento ed anche a livello nazionale.
E sono sempre di più gli enti locali impegnati nella realizzazione di
percorsi turistico-ricreativi che possono avere un potenziale di marketing
interessante.
La presenza di fattori ambientali favorevoli come la presenza di un parco o
di un fiume, la riscoperta di un itinerario storico (una via del sale, una
via dei contrabbandieri, un’antica strada militare) o la presenza di
un’opportunità viaria da recuperare, quale un argine pedalabile o una strada
declassata, hanno offerto nuove opportunità di sviluppo.
In questo contesto si colloca la progressiva attenzione dell’agriturismo
italiano, impegnato in una difficile diversificazione delle sue proposte,
per questo segmento di mercato.
I primi a partire sono stati gli agriturismi austriaci e francesi da cui
possiamo ovviamente prendere spunto. In Austria sono sorte delle vere e
proprie fattorie per ciclisti che si sono dotate di una carta degli impegni
che riportiamo per esteso (vedi riquadro a pag. 51). Questo ha contribuito a
differenziare l’offerta e ad adeguare il settore delle vacanze in fattoria
alle esigenze del mercato.
I criteri esposti sono, a grandi linee, gli stessi criteri che si possono
riscontrare nel materiale promozionale prodotto dagli hotel italiani
specializzati nell’ospitalità di cicloturisti (si consultino a questo
proposito i siti www.bikehotel.it e www.italybikehotels.it).
La campagna italiana, anche se non è ancora particolarmente attrezzata dal
punto di vista cicloturistico, ha grandi potenzialità sia per quanto
riguarda il clima sia per la diffusione di stradine secondarie e poco
trafficate, di argini e di massicciate dismesse e per il grande patrimonio
di risorse gastronomiche, turistiche ed ambientali.
Sotto questi aspetti il nostro Paese non ha nulla da invidiare alla Spagna e
alle altre mete classiche del cicloturismo europeo, grazie alla sua vasta
offerta di percorsi particolarmente invitanti: circuiti enogastronomici tra
fattorie e agriturismi, itinerari storici e ambientali, parchi e riserve
naturali. Tutti elementi che i turisti stranieri apprezzano molto, in
particolare i tedeschi che per l’Italia rappresentano, come si diceva, il
primo e più consistente mercato di riferimento.
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