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Vita in Campagna
Sommario rivista Approfondimento
05
Maggio

  2004
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FRUTTETO - VIGNETO
Il progetto e l'impianto di un piccolo vigneto familiare di uva da vino


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Scelta la varietà di uva da coltivare e ordinatala dal vivaista di fiducia, si procede all’impianto a fine inverno-inizio primavera aprendo delle semplici buche con vanga o zappa. Il progettino qui illustrato riguarda una superficie inferiore ai 1.000 mq con varietà che si adattano ai vari tipi di clima e di terreno. Per la forma di allevamento vi consigliamo la spalliera, con potatura a Guyot o a cordone speronato

Dopo aver identificato la varietà più adatta e scelto il portinnesto ottimale per il vostro terreno (di solito 140 Ruggeri,  1103 Paulsen, 110 Ricther, 157-11 per il centro-sud; Kober 5BB, 420A e SO4 per il nord; ai quali va aggiunto il 41B per i terreni molto calcarei), procedete alla prenotazione con largo anticipo del materiale vivaistico presso il vivaista o l’agente di fiducia, garantendovi che il materiale richiesto provenga da moltiplicatori qualificati e attenti, quindi che le varietà richieste siano state attentamente controllate in precedenza. 
Gran parte delle varietà citate nella scorsa puntata (a pag. 35) dispongono di una gamma ampia di cloni (1), per cui al momento della prenotazione sarà necessario indicare anche le sigle dei cloni, preferendo quelli con grappoli più spargoli (cioè non molto compatti a maturazione) e con ottima potenzialità produttiva. Di solito le strutture vivaistiche meglio organizzate dispongono di tutte le varietà segnalate, con relativa gamma clonale. Qualora non riusciate a trovare barbatelle già innestate, potete mettere a dimora le barbatelle selvatiche, o franche, del portinnesto più adatto e successivamente innestarvi sopra le gemme della varietà prescelta; ma il nostro consiglio è di affidarvi, per ovvia comodità, a materiale già innestato. 
L’impianto 
Procuratevi le barbatelle e conservatele in luoghi adatti, freschi e con giusta umidità (va bene anche un garage non riscaldato, a meno che esse vengano conservate dal vivaista stesso nella propria cella frigo fino al momento dell’impianto). Da febbraio in avanti, quando il terreno si presenta umido al punto giusto e con temperatura accettabile (6-8° C), potete mettere a dimora le giovani viti. Prima di procedere, stabilite esattamente le distanze d’impianto al fine di tracciare i filari e di identificare la posizione delle viti lungo la fila. 
Dato il numero solitamente ridotto, potete effettuare l’impianto a mano, avvalendovi di una vanga o di una zappa per l’apertura di una ampia buca entro la quale collocare la barbatella con l’apparato radicale di almeno 10-15 cm di lunghezza.
Per i terreni più argillosi, al nord in particolare, non sarebbe male aprire queste buche già in autunno, lasciando che il terreno subisca l’azione del gelo invernale per trovarlo ben preparato al momento dell’impianto a fine inverno o inizio primavera. 
Per facilitare l’attecchimento e il successivo sviluppo vi conviene distribuire attorno alle radici, mescolandola col terreno, della torba di buona qualità. Successivamente, provvederete a tenere pulito il terreno dalle infestanti, manualmente o con mezzi meccanici specifici.
La forma di allevamento: la spalliera potata a Guyot o a cordone speronato
La scelta del sesto d’impianto, lungo il filare in particolare, è dettata sia dalla forma di allevamento che intendete adottare, sia dalle caratteristiche della varietà prescelta.
Per l’allevamento della vite a spalliera (indipendentemente dal tipo di potatura a Guyot o a cordone speronato basso), la forma di allevamento  certamente più indicata per la costituzione del piccolo vigneto familiare di uva da vino, da collocare di fianco a casa o da allestire ai margini dell’orto, le distanze lungo la fila variano mediamente da 80-90 cm per le varietà più deboli (Merlot, Montepulciano, Rondinella, Pinot Grigio, Garganega, ecc.) poste su portinnesti di medio vigore (per esempio 420A, SO4) a 100-110 cm per quelle più vigorose (Trebbiani, Nebbiolo, Negro Amaro, ecc.) poste su portinnesti vigorosi (per esempio Kober 5BB e 1103P) (2)
Riguardo alle distanze tra i filari, dovrete tenere conto del passaggio con trattrici, con motozappe, con attrezzi per il controllo delle infestanti o del manto erboso, con macchine per la difesa e con carri per il trasporto dell’uva. Inoltre, dovrete evitare i rischi di ombreggiamento tra i filari a seguito di distanze interfilari ridotte e di altezza elevata della chioma delle viti (3)
In ogni caso, adottate soluzioni che consentono una buona disposizione dell’apparato fogliare e un buon arieggiamento dei grappoli, con conseguente contenimento di malattie.
Le strutture di sostegno
Le strutture di sostegno per le viti da impostare a spalliera richiedono robusti pali in cemento-a armato e precompresso, oppure in legno-b di pino trattato, o in metallo-c zincato (vedi foto qui a fianco), posti a 4-5 metri lungo la fila e interrati saldamente alla profondità di almeno 70 cm; alle testate vanno posti ancoraggi resistenti e profondi e un palo di testata in cemento o in legno di buone dimensioni. I fili di sostegno in acciaio, in ferro zincato o con protezione in zinco e alluminio, andranno stesi all’altezza di 70-90 cm da terra quello portante (diametro di 2 mm se in acciaio, o di mm 2,8-3,2 per filo in ferro), e all’altezza rispettivamente di 110-130 cm da terra e di 150-170 cm da terra per le due coppie di fili che normalmente completano la struttura di sostegno della spalliera (fili in ferro zincato con dimensioni di circa 2 mm). I fili accoppiati posti al di sopra del filo portante è bene che siano mobili, cioè che si possano sganciare e riagganciare agli appositi accessori applicati sui pali, al fine di facilitare l’inserimento dei germogli in rapido accrescimento nel corso della primavera.
In caso di presenza dell’ala gocciolante per l’irrigazione lungo il filare, potrete stendere un apposito filo metallico di sostegno della stessa a 40-90 cm da terra (vedi anche la Guida irrigazione allegata al n. 4/2003).
Per porre in essere la struttura di sostegno (pali, ancoraggi, fili, tutori) potete affidarvi ai vostri mezzi o, più convenientemente, alla disponibilità di vicini agricoltori o di contoterzisti, certamente preparati per lo scopo.
L’allevamento delle giovani viti
 
Ultimata la corretta messa a dimora e dopo aver apportato 4-5 litri di acqua per vite in caso di mancanza di piogge, soprattutto con impianti effettuati a fine inverno-inizio primavera, le vostre viti cominceranno a germogliare. Se, come consigliato, avete piantato barbatelle già innestate, potete intervenire quando i germogli raggiungono la lunghezza di 25-30 cm al fine di selezionarne uno o al massimo due e legarli con regolarità al tutore che nel frattempo avrete già collocato nella vicinanza della piantina. Quando il germoglio (o i germogli selezionati) ha raggiunto l’altezza di 100-120 cm, tagliatelo all’altezza del filo, allo scopo di favorire una buona lignificazione grazie alla formazione di femminelle, cioè di ricacci ricchi di foglie giovani, che andranno mantenute sane con trattamenti antiparassitari a base di rame (per esempio ossicloruro di rame-50 - bio, irritante o nocivo - alla dose di  300 grammi per 100 litri di acqua) anche tardivi, cioè effettuati in settembre. Il tralcio sviluppato e lignificato andrà poi potato a 7-10 gemme di lunghezza (in vicinanza del filo portante).
Nel corso della  primavera successiva, a germogliamento ultimato, interverrete a eliminare tutti i germogli basali (spollonatura - vedi nel fascicolo de «i Lavori» allegato a questo stesso numero) lasciandone solo 3-5 per ceppo in funzione della vigoria della singola vite. Di conseguenza potrete raccogliere già alcuni grappoli e, nello stesso tempo, ottenere robusti tralci che, con la potatura successiva, potranno essere selezionati e stesi sui fili secondo le caratteristiche della forma di allevamento adottata. Per il resto, sin dai primi mesi di vita, sarà importante che verifichiate il grado di sviluppo delle piantine, intervenendo, se necessario, con una corretta concimazione; inoltre controllate attentamente le erbe infestanti e impostate le eventuali irrigazioni e la razionale difesa antiparassitaria (vi rimandiamo al fascicolo de «I Lavori» - rubrica Vigneto), al fine di ottenere un regolare sviluppo vegeto-produttivo e una perfetta lignificazione dei tralci. Tutto questo lo vedremo meglio nella prossima puntata dedicata alle cure di coltivazione.

(1) Clone: selezione all’interno di una varietà con caratteristiche migliori rispetto alla popolazione di provenienza.
(2) Per la costituzione di un pergolato semplice lungo il muro di casa e con i portinnesti indicati nel testo, converrà mettere a dimora le viti a 60-80 cm di distanza per varietà dotate di minore vigoria, con portinnesti meno vigorosi, e a 100-120 cm per varietà più esuberanti, con portinnesti vigorosi.
(3) Per questo tenete presente il rapporto di 1,0/0,8 tra la distanza tra i filari e l’altezza della chioma in estate. Per esempio: con una distanza tra i filari di metri 2,20, potrete disporre di vegetazione fuori terra fino all’altezza di 1,76 metri senza correre particolari rischi di ombreggiamento.

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