I LAVORI DI MAGGIO - GIUGNO |
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Il bosco |
Come risparmiare e
guadagnare. Chi è interessato a migliorare il proprio bosco od a realizzare
nuove piantagioni forestali è bene che si tenga costantemente informato sui
bandi dei Piani di sviluppo rurale della propria Regione. Infatti un po’ tutte
le Regioni italiane concedono finanziamenti ai proprietari di boschi e di
terreni agricoli attraverso bandi annuali che restano aperti per brevi periodi
e che non coincidono in tutto il territorio nazionale. Le iniziative che vengono
finanziate vanno dall’esecuzione delle cure colturali ai boschi all’apertura di
nuove strade forestali; dalla costruzione di punti-acqua per le attività
antincendio all’acquisto di macchine forestali; dai sistemi di stoccaggio e
trasformazione del legno a fini energetici all’acquisto di caldaie a legna ad
alta efficienza alimentate con legno autoprodotto; dalla realizzazione dei
piani di gestione dei boschi alla costituzione di associazioni tra i
proprietari forestali; dall’impianto di nuovi boschi ed arboreti da legno sui
terreni agricoli alla cura delle zone che si sono imboschite spontaneamente.
Per chi è collegato ad
Internet è facile reperire i bandi entrando nel sito ufficiale della Regione e
cercando alle voci «agricoltura», «foreste», «bandi» o altre che riportano le
iniziative di sostegno alle attività agricolo-forestali.
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Danni da scolitidi: dalle gallerie scavate dalle femmine adulte si
dipartono a raggiera quelle prodotte dalle larve
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Bosco naturale
Lavori. Terminate le attività legate al taglio del bosco,
alle cure colturali (ripuliture, sfolli, diradamenti) ed alla
messa a dimora di nuove piante (imboschimenti, rinfoltimenti,
sottopiantagioni) che caratterizzano i lavori del bosco nel
«semestre freddo» (ottobre-marzo), in questo periodo potete
dedicarvi a lavori di miglioramento generale del bosco e di cura
delle giovani piante.
Completate la risistemazione delle strade forestali,
intervenendo soprattutto nei punti dove si sono verificate
erosioni e smottamenti; riaprite e mantenete funzionale il
reticolo dei sentieri di manutenzione (vedi la «Guida
illustrata alla coltivazione del bosco», supplemento a Vita in
Campagna n. 4/2001).
Ponete particolare attenzione alle zone utilizzate negli ultimi
2-3 anni, controllando lo sviluppo dei rovi e della clematide:
verso fine giugno, in caso di necessità, utilizzando la roncola
a manico lungo o il decespugliatore a spalla, tagliate i getti
che fanno maggior concorrenza alle piante ed ai polloni.
Nei giovani impianti effettuate la sarchiatura primaverile,
tenendo libera dall’erba un’area di mezzo metro quadrato
attorno ad ogni piantina. Nel caso siano presenti latifoglie a
legname pregiato, a fine giugno intervenite con i tagli di
formazione (vedi «i Lavori» di marzo-aprile, a pag. 67) per
eliminare precocemente le malformazioni delle cime comparse dopo
la ripresa vegetativa.
La prevenzione degli incendi. Nell’Italia
centro-meridionale il periodo critico per gli incendi boschivi
coincide con i mesi estivi. È dunque bene iniziare già nella
tarda primavera ad eseguire le varie operazioni che permettono
di ridurre il rischio di incendio. Si veda a questo proposito
quanto indicato nella «Guida illustrata alla coltivazione del
bosco», supplemento a Vita in Campagna n. 4/2001, a pag. 31 e
seguenti.
Prodotti del bosco (funghi, piccoli frutti, erbe officinali).
Maggio e giugno sono mesi di grandi fioriture nei boschi,
soprattutto nelle zone di margine, ricche di specie arbustive.
In questa stagione pertanto ci si può dedicare alla raccolta di
fiori utilizzabili durante tutto l’anno per la preparazione di
infusi e tisane; tra questi ricordiamo quelli di tiglio,
biancospino, sambuco, ecc.
Alcuni fiori sono eduli e possono essere utilizzati sia tal
quali, in insalate, sia come base per la preparazione di
particolari ricette (ad esempio le frittelle di fiori di
robinia).
Interventi fitosanitari. Nella tarda primavera,
specialmente in boschi di querce e carpini (ma anche faggi,
castagni, olmi) soggetti a stress idrici o in stato di
deperimento per cause diverse, possono presentarsi attacchi di
scolitidi corticicoli (cioè che scavano gallerie e si
alimentano sotto corteccia): si tratta di Scolytus intricatus e
Scolytus carpini, piccoli coleotteri (mm 2-3 di lunghezza) di
colore dal castano al bruno, riconoscibili per le gallerie
scavate dalle femmine adulte di tipo trasversale, da cui si
dipartono a raggiera le fini gallerie della prole, che si
scorgono alzando la corteccia.
Talvolta gli attacchi si estendono anche a piante apparentemente
sane, portandole rapidamente a morte. Se rilevate la presenza di
scolitidi preparatevi ad effettuare nel prossimo inverno la
lotta preventiva, eliminando tutto il materiale attaccato, come
piante morte in piedi e ramaglie, prima degli sfarfallamenti.
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Il piede delle giovani
piante delle siepi deve essere tenuto libero dalle erbe infestanti.
Si può
intervenire sia con le sarchiature (a sinistra) che con il diserbo chimico (a
destra) |
Arboreto da legno
Lavori. In questa stagione il lavoro principale
consiste nel controllo delle erbe e nella prosecuzione dei tagli
di formazione. Ricordate che nei primi 2-3 anni dopo l’impianto
dovete mantenere totalmente libera dall’erba l’area
circostante il piede delle giovani piante (circa mezzo metro
quadrato), per evitare la forte concorrenza per l’acqua ed i
sali minerali e favorire il pronto sviluppo delle piantine;
negli anni successivi, invece, il terreno può essere lasciato
inerbito, meglio se con specie che coprono bene il suolo, sono
di sviluppo contenuto ed hanno apparati radicali non molto
profondi (ideali sono i miscugli utilizzati per l’inerbimento
dei frutteti).
Negli impianti che non sono stati pacciamati, nei primi anni si
potrà procedere effettuando lungo i filari un diserbo totale di
una fascia larga 50 cm, con prodotti a base di glifosate; fate
attenzione a lavorare sempre in assenza di vento e a distribuire
il prodotto con getti schermati: le giovani piante legnose sono
infatti molto sensibili a questo prodotto diserbante che, di
converso, ha il vantaggio di non essere dilavato e di degradarsi
rapidamente senza lasciare residui tossici. Se la vegetazione è
già sviluppata, effettuate prima uno sfalcio e fate seguire il
diserbo chimico dopo 10-15 giorni.
Anche negli impianti effettuati su bande di film pacciamante è
comunque conveniente effettuare il diserbo chimico delle fasce
di contatto tra terreno pacciamato e terreno non pacciamato; in
questi punti infatti le erbe infestanti si sviluppano con
particolare vigore ed è critico effettuarne il controllo
meccanico visto l’elevato rischio di danneggiare le
pacciamature.
Negli interfilari, invece, nei primi 2-3 anni intervenite con
ripetute sarchiature (due-tre); successivamente trinciate l’erba
e lasciatela sul posto (ottimo l’intervento con attrezzi che
triturano finemente l’erba).
Durante il bimestre controllate lo sviluppo delle cacciate
apicali delle giovani piante, effettuando in caso di necessità
pronti interventi di ricostituzione della cima. I casi più
frequenti di perdita della cima sono dovuti alle gelate tardive
ed agli attacchi di rodilegno o di altri insetti che si nutrono
dei giovani getti. Una tecnica particolarmente adatta a
ricostituire le cime in questa stagione è quella illustrata
nella figura a pag. 75.
L’unica specie a legname pregiato che potete mettere a dimora
in questo periodo è la paulownia, ricorrendo a giovani piante
coltivate in vasetto. È questa una delle tre tecniche
applicabili per la realizzazione di un paulownieto (vedi
riquadro in alto).
Il vantaggio di questa tecnica (applicabile anche nei mesi di
luglio ed agosto) è quello di risparmiare sui costi di
impianto; di converso, essa rende obbligatoria la riceppatura
delle piante nell’anno successivo per allevare poi il vigoroso
pollone che costituirà il futuro tronco da lavoro.
Interventi fitosanitari. Quasi
tutte le nostre piante arboree ed arbustive possono nutrire il
bruco americano (Hyphantria cunea), temibile lepidottero che per
la sua voracità nei confronti della parte verde deve essere
talvolta tenuto sotto controllo: dalla seconda metà di maggio
esso compie la prima generazione e, se negli anni precedenti è
stato particolarmente attivo, è
il momento di limitarlo con una lotta a basso impatto
ambientale, che si effettua irrorando le chiome attaccate dalle
giovani larve con una soluzione di Bacillus thuringiensis
varietà kurstaki (bio, non classificato), dalle 5 alle 9 del
mattino e dalle 17 alle 21 della sera (è inefficace se
distribuito in altri orari) alla dose di 100 grammi per
ettolitro.
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Recupero della cima. 1-Eliminate
i getti meno vigorosi. 2-Legate una canna di cm
100-150 di lunghezza e di 0,8-1 cm di diametro appena
sotto il punto di inserzione del giovane getto da
raddrizzare, fissandola al fusto con un legaccio di
plastica. 3-Legate la cima del giovane getto alla
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Siepe campestre
Lavori. In questo periodo anche lungo
le giovani siepi campestri, piantate su terreno nudo o pacciamato, è importante
controllare attentamente lo sviluppo delle erbe infestanti, sia al piede delle
piantine che lungo il filare. Considerato che per l’impianto delle siepi
campestri si ricorre ordinariamente a giovani piante di 1 anno, a radice nuda o
coltivate con pane di terra, il controllo delle erbe infestanti al piede delle
piantine è delicato perché si rischia di danneggiarle in modo più o meno grave.
Se il terreno è nudo, entro
giugno eseguite la prima sarchiatura al piede, ponendo attenzione a non
danneggiare il colletto; zappettate un’area di mezzo metro quadrato, rifinendo
eventualmente a mano i ciuffi d’erba cresciuti proprio attorno alla piantina.
Se il terreno è stato pacciamato, eliminate a mano gli eventuali ciuffi d’erba
cresciuti nel foro di impianto; se essi sono ormai sviluppati, non strappateli
ma tagliateli qualche centimetro sotto il colletto con l’uso di un cortello
ricurco.
Nelle siepi miste di 2-3 anni
di età, controllate con cimature lo sviluppo laterale degli individui che
stanno prendendo il sopravvento a scapito dei vicini, tendendo a soffocarli ed
a modificare quindi la composizione e la struttura originali della siepe,
mettendo così a rischio il conseguimento degli obiettivi per cui l’avevate
piantata.
Interventi fitosanitari. Il platano, che spesso
partecipa diffusamente a costituire siepi campestri di pianura, in questo
periodo può mostrare i primi gravi sintomi del cancro colorato (Ceratocystis
fimbriata): foglie giallicce, poco sviluppate ed emesse tardivamente,
disseccamenti della chioma; inoltre sul tronco compaiono leggere depressioni
della corteccia; quest’ultima poi si fessura e il suo colore vira al marrone.
Data la virulenza di tale malattia fungina, la lotta in Italia è obbligatoria
(D.M. del 17/4/98) e va condotta seguendo precise regole (informatevi presso i
Servizi forestali regionali): per ora è importante segnare con colore o spago
colorato le piante o i polloni infetti ed evitare tagli, prevedendo futuri
interventi a completo riposo vegetativo.
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Impianto della paulownia
con piantine in vaso per la produzione di astoni di due anni. 1-Messa a dimora.
2-Giovane astone. 3-Riceppatura. 4-Ricacci primaverili tra i quali va
selezionato il più vigoroso. 5-Astone di due anni di 5-6 metri di altezza |
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A sinistra: larva matura (lunghezza
cm 3) di Hyphantria cunea. A destra: cancro
colorato del platano (Ceratocystis |
Sommario rivista |
A cura di:
Giustino Mezzalira
(Lavori: Bosco naturale - Arboreto da legno - Siepe campestre);
Mario Brocchi
Colonna (Interventi fitosanitari).
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