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Vita in Campagna
Sommario rivista Approfondimento
05
Maggio

  2003
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I LAVORI DI MAGGIO - GIUGNO
Il bosco


Come risparmiare e guadagnare. Chi è interessato a migliorare il proprio bosco od a realizzare nuove piantagioni forestali è bene che si tenga costantemente informato sui bandi dei Piani di sviluppo rurale della propria Regione. Infatti un po’ tutte le Regioni italiane concedono finanziamenti ai proprietari di boschi e di terreni agricoli attraverso bandi annuali che restano aperti per brevi periodi e che non coincidono in tutto il territorio nazionale. Le iniziative che vengono finanziate vanno dall’esecuzione delle cure colturali ai boschi all’apertura di nuove strade forestali; dalla costruzione di punti-acqua per le attività antincendio all’acquisto di macchine forestali; dai sistemi di stoccaggio e trasformazione del legno a fini energetici all’acquisto di caldaie a legna ad alta efficienza alimentate con legno autoprodotto; dalla realizzazione dei piani di gestione dei boschi alla costituzione di associazioni tra i proprietari forestali; dall’impianto di nuovi boschi ed arboreti da legno sui terreni agricoli alla cura delle zone che si sono imboschite spontaneamente.
Per chi è collegato ad Internet è facile reperire i bandi entrando nel sito ufficiale della Regione e cercando alle voci «agricoltura», «foreste», «bandi» o altre che riportano le iniziative di sostegno alle attività agricolo-forestali.

Danni da scolitidi: dalle gallerie scavate dalle femmine adulte si dipartono a raggiera quelle prodotte dalle larve

Bosco naturale
Lavori
. Terminate le attività legate al taglio del bosco, alle cure colturali (ripuliture, sfolli, diradamenti) ed alla messa a dimora di nuove piante (imboschimenti, rinfoltimenti, sottopiantagioni) che caratterizzano i lavori del bosco nel «semestre freddo» (ottobre-marzo), in questo periodo potete dedicarvi a lavori di miglioramento generale del bosco e di cura delle giovani piante. 
Completate la risistemazione delle strade forestali, intervenendo soprattutto nei punti dove si sono verificate erosioni e smottamenti; riaprite e mantenete funzionale il reticolo dei sentieri di manutenzione (vedi la «Guida illustrata alla coltivazione del bosco», supplemento a Vita in Campagna n. 4/2001). 
Ponete particolare attenzione alle zone utilizzate negli ultimi 2-3 anni, controllando lo sviluppo dei rovi e della clematide: verso fine giugno, in caso di necessità, utilizzando la roncola a manico lungo o il decespugliatore a spalla, tagliate i getti che fanno maggior concorrenza alle piante ed ai polloni.
Nei giovani impianti effettuate la sarchiatura primaverile, tenendo libera dall’erba un’area di mezzo metro quadrato attorno ad ogni piantina. Nel caso siano presenti latifoglie a legname pregiato, a fine giugno intervenite con i tagli di formazione (vedi «i Lavori» di marzo-aprile, a pag. 67) per eliminare precocemente le malformazioni delle cime comparse dopo la ripresa vegetativa.
La prevenzione degli incendi. Nell’Italia centro-meridionale il periodo critico per gli incendi boschivi coincide con i mesi estivi. È dunque bene iniziare già nella tarda primavera ad eseguire le varie operazioni che permettono di ridurre il rischio di incendio. Si veda a questo proposito quanto indicato nella «Guida illustrata alla coltivazione del bosco», supplemento a Vita in Campagna n. 4/2001, a pag. 31 e seguenti. 
Prodotti del bosco (funghi, piccoli frutti, erbe officinali). Maggio e giugno sono mesi di grandi fioriture nei boschi, soprattutto nelle zone di margine, ricche di specie arbustive. In questa stagione pertanto ci si può dedicare alla raccolta di fiori utilizzabili durante tutto l’anno per la preparazione di infusi e tisane; tra questi ricordiamo quelli di tiglio, biancospino, sambuco, ecc.
Alcuni fiori sono eduli e possono essere utilizzati sia tal quali, in insalate, sia come base per la preparazione di particolari ricette (ad esempio le frittelle di fiori di robinia). 
Interventi fitosanitari. Nella tarda primavera, specialmente in boschi di querce e carpini (ma anche faggi, castagni, olmi) soggetti a stress idrici o in stato di deperimento per cause diverse, possono presentarsi attacchi di scolitidi corticicoli (cioè che scavano gallerie e si alimentano sotto corteccia): si tratta di Scolytus intricatus e Scolytus carpini, piccoli coleotteri (mm 2-3 di lunghezza) di colore dal castano al bruno, riconoscibili per le gallerie scavate dalle femmine adulte di tipo trasversale, da cui si dipartono a raggiera le fini gallerie della prole, che si scorgono alzando la corteccia. 
Talvolta gli attacchi si estendono anche a piante apparentemente sane, portandole rapidamente a morte. Se rilevate la presenza di scolitidi preparatevi ad effettuare nel prossimo inverno la lotta preventiva, eliminando tutto il materiale attaccato, come piante morte in piedi e ramaglie, prima degli sfarfallamenti.

 

Il piede delle giovani piante delle siepi deve essere tenuto libero dalle erbe infestanti. 
Si può intervenire sia con le sarchiature (a sinistra) che con il diserbo chimico (a destra)


Arboreto da legno
Lavori. In questa stagione il lavoro principale consiste nel controllo delle erbe e nella prosecuzione dei tagli di formazione. Ricordate che nei primi 2-3 anni dopo l’impianto dovete mantenere totalmente libera dall’erba l’area circostante il piede delle giovani piante (circa mezzo metro quadrato), per evitare la forte concorrenza per l’acqua ed i sali minerali e favorire il pronto sviluppo delle piantine; negli anni successivi, invece, il terreno può essere lasciato inerbito, meglio se con specie che coprono bene il suolo, sono di sviluppo contenuto ed hanno apparati radicali non molto profondi (ideali sono i miscugli utilizzati per l’inerbimento dei frutteti).
Negli impianti che non sono stati pacciamati, nei primi anni si potrà procedere effettuando lungo i filari un diserbo totale di una fascia larga 50 cm, con prodotti a base di glifosate; fate attenzione a lavorare sempre in assenza di vento e a distribuire il prodotto con getti schermati: le giovani piante legnose sono infatti molto sensibili a questo prodotto diserbante che, di converso, ha il vantaggio di non essere dilavato e di degradarsi rapidamente senza lasciare residui tossici. Se la vegetazione è già sviluppata, effettuate prima uno sfalcio e fate seguire il diserbo chimico dopo 10-15 giorni.
Anche negli impianti effettuati su bande di film pacciamante è comunque conveniente effettuare il diserbo chimico delle fasce di contatto tra terreno pacciamato e terreno non pacciamato; in questi punti infatti le erbe infestanti si sviluppano con particolare vigore ed è critico effettuarne il controllo meccanico visto l’elevato rischio di danneggiare le pacciamature.
Negli interfilari, invece, nei primi 2-3 anni intervenite con ripetute sarchiature (due-tre); successivamente trinciate l’erba e lasciatela sul posto (ottimo l’intervento con attrezzi che triturano finemente l’erba).
Durante il bimestre controllate lo sviluppo delle cacciate apicali delle giovani piante, effettuando in caso di necessità pronti interventi di ricostituzione della cima. I casi più frequenti di perdita della cima sono dovuti alle gelate tardive ed agli attacchi di rodilegno o di altri insetti che si nutrono dei giovani getti. Una tecnica particolarmente adatta a ricostituire le cime in questa stagione è quella illustrata nella figura a pag. 75. 
L’unica specie a legname pregiato che potete mettere a dimora in questo periodo è la paulownia, ricorrendo a giovani piante coltivate in vasetto. È questa una delle tre tecniche applicabili per la realizzazione di un paulownieto (vedi riquadro in alto).
Il vantaggio di questa tecnica (applicabile anche nei mesi di luglio ed agosto) è quello di risparmiare sui costi di impianto; di converso, essa rende obbligatoria la riceppatura delle piante nell’anno successivo per allevare poi il vigoroso pollone che costituirà il futuro tronco da lavoro.
Interventi fitosanitari. Quasi tutte le nostre piante arboree ed arbustive possono nutrire il bruco americano (Hyphantria cunea), temibile lepidottero che per la sua voracità nei confronti della parte verde deve essere talvolta tenuto sotto controllo: dalla seconda metà di maggio esso compie la prima generazione e, se negli anni precedenti è stato particolarmente attivo,  è il momento di limitarlo con una lotta a basso impatto ambientale, che si effettua irrorando le chiome attaccate dalle giovani larve con una soluzione di Bacillus thuringiensis varietà kurstaki (bio, non classificato), dalle 5 alle 9 del mattino e dalle 17 alle 21 della sera (è inefficace se distribuito in altri orari) alla dose di 100 grammi per ettolitro.

 

Recupero della cima. 1-Eliminate i getti meno vigorosi. 2-Legate una canna di cm 100-150 di lunghezza e di 0,8-1 cm di diametro appena sotto il punto di inserzione del giovane getto da raddrizzare, fissandola al fusto con un legaccio di plastica. 3-Legate la cima del giovane getto alla canna


Siepe campestre
Lavori. In questo periodo anche lungo le giovani siepi campestri, piantate su terreno nudo o pacciamato, è importante controllare attentamente lo sviluppo delle erbe infestanti, sia al piede delle piantine che lungo il filare. Considerato che per l’impianto delle siepi campestri si ricorre ordinariamente a giovani piante di 1 anno, a radice nuda o coltivate con pane di terra, il controllo delle erbe infestanti al piede delle piantine è delicato perché si rischia di danneggiarle in modo più o meno grave. 
Se il terreno è nudo, entro giugno eseguite la prima sarchiatura al piede, ponendo attenzione a non danneggiare il colletto; zappettate un’area di mezzo metro quadrato, rifinendo eventualmente a mano i ciuffi d’erba cresciuti proprio attorno alla piantina. Se il terreno è stato pacciamato, eliminate a mano gli eventuali ciuffi d’erba cresciuti nel foro di impianto; se essi sono ormai sviluppati, non strappateli ma tagliateli qualche centimetro sotto il colletto con l’uso di un cortello ricurco.
Nelle siepi miste di 2-3 anni di età, controllate con cimature lo sviluppo laterale degli individui che stanno prendendo il sopravvento a scapito dei vicini, tendendo a soffocarli ed a modificare quindi la composizione e la struttura originali della siepe, mettendo così a rischio il conseguimento degli obiettivi per cui l’avevate piantata. 
Interventi fitosanitari. Il platano, che spesso partecipa diffusamente a costituire siepi campestri di pianura, in questo periodo può mostrare i primi gravi sintomi del cancro colorato (Ceratocystis fimbriata): foglie giallicce, poco sviluppate ed emesse tardivamente, disseccamenti della chioma; inoltre sul tronco compaiono leggere depressioni della corteccia; quest’ultima poi si fessura e il suo colore vira al marrone. Data la virulenza di tale malattia fungina, la lotta in Italia è obbligatoria (D.M. del 17/4/98) e va condotta seguendo precise regole (informatevi presso i Servizi forestali regionali): per ora è importante segnare con colore o spago colorato le piante o i polloni infetti ed evitare tagli, prevedendo futuri interventi a completo riposo vegetativo.

 

Impianto della paulownia con piantine in vaso per la produzione di astoni di due anni. 1-Messa a dimora. 2-Giovane astone. 3-Riceppatura. 4-Ricacci primaverili tra i quali va selezionato il più vigoroso. 5-Astone di due anni di 5-6 metri di altezza

 

A sinistra: larva matura (lunghezza cm 3) di Hyphantria cunea. A destra: cancro colorato del platano (Ceratocystis 



Sommario rivista

A cura di: 
Giustino Mezzalira (Lavori: Bosco naturale - Arboreto da legno - Siepe campestre); 
Mario Brocchi Colonna (Interventi fitosanitari)
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