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Crisi infinita per pesche e nettarine, serve programmazione

L’Unione Europea ha autorizzato nei giorni scorsi un ulteriore ritiro dal mercato di 35.000 tonnellate di pesche per tentare di risollevare i listini della frutta estiva. I produttori italiani quest’anno si sono visti riconosciuti non più di 0,20 euro/kg per le pesche, un valore abbondantemente inferiore ai costi di produzione.
” La nuova, drammatica crisi di mercato per il comparto pesche e nettarine deve avviare una riflessione a livello europeo che porti a una diversa programmazione complessiva della produzione” afferma Davide Vernocchi, coordinatore del settore ortofrutticolo dell’Alleanza delle cooperative agroalimentari. “In primo luogo – dice Vernocchi – è necessario che l’Europa istituisca un catasto per censire con attendibilità e precisione gli ettari investiti di pesche, monitorare l’incremento esponenziale di nuovi impianti, con l’obiettivo di riuscire a porre un freno allo sviluppo di nuove colture in presenza di un mercato già saturo anche in condizioni di piccoli surplus produttivi. Il nostro auspicio è che la Commissione Europea avanzi proposte sul futuro di questo comparto, per evitare strategie del tutto incoerenti e incompatibili tra Paesi UE, con conseguenze drammatiche nella gestione del mercato interno comunitario”.
La produzione di pesche in Europa negli ultimi dieci anni ha infatti registrato una crescita costante, con picchi esponenziali di nuovi impianti in Spagna, Paese che detiene oggi la leadership come principale produttore continentale.


Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 30/2017 a pag. 8
Per pesche e nettarine una crisi senza fine, serve programmazione
di D. Vernocchi
Per l’articolo completo: Rivista Digitale e Banca Dati Online







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