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Finora non è stato possibile raggiungere un accordo per il pomodoro da industria del Centro-Sud, anche se non è detta l’ultima parola, visto che nel 2016 l’accordo fu raggiunto in extremis ai primi di giugno. Le ragioni, probabilmente, sono più legate al disaccordo sul livello di remunerazione che alla programmazione delle superfici e dei quantitativi. 

Sicuramente pesante è stata la proposta di parte industriale di stringere la forchetta tra il prezzo per il pomodoro tondo ed il pomodoro lungo, oltre alla riduzione del livello complessivo del prezzo rispetto alla campagna precedente. Il differenziale tra pomodoro tondo e pomodoro lungo si sarebbe dimezzato, passando da 10 a 5 euro/tonnellata, penalizzando di fatto il prodotto destinato alla produzione del pelato, da sempre simbolo delle conserve italiane nel mondo.

Così per le imprese del Centro-Sud si prospetta l’ennesima scommessa al buio, in un settore che negli ultimi anni non ha riservato particolari soddisfazioni, tormentato anche da problematiche climatiche e fitosanitarie. Un settore in cui il primo ostacolo al mantenimento del primato sui mercati mondiali sembra essere l’incapacità di agire, coordinarsi e programmarsi come una vera filiera dovrebbe fare.


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