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Fronte comune dei risicoltori europei contro la crisi
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Sono cinque le richieste che la filiera del riso europeo rivolge a Bruxelles, formalizzate al termine degli Stati Generali del settore, che si sono tenuti a Milano lunedì 20 febbraio.
La piattaforma comune, condivisa da produttori e industriali di Italia, Spagna, Portogallo, Grecia, Francia, Bulgaria e Ungheria è finalizzata ad aprire un tavolo con la Commissione Europea per la revisione delle norme vigenti sulla importazione di riso dagli Stati extra comunitari.
«L’invasione di prodotto asiatico ha determinato - sottolineano i produttori comunitari - una grave riduzione della produzione europea di riso Indica e il calo delle quotazioni di mercato. Oggi il consumo Ue di riso è coperto per il 50% da prodotto di importazione che per i 2/3 non paga i dazi di importazione». I prezzi della materia prima sono crollati: da 400 a 280 euro a tonnellata l’Indica, cioè il riso lungo che domina le importazioni, e da 380 a 250 il tondo.
Ecco le richieste delle rappresentanze dei produttori e dei trasformatori di riso alla Commissione Europea:
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il riconoscimento effettivo della qualifica di «sensibilità» del comparto riso, che consentirebbe di non applicare concessioni alle importazioni da Paesi extra comunitari;
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la rimozione degli ostacoli che impediscono l’effettiva applicazione della clausola di salvaguardia nei confronti delle importazioni dai Paesi Meno Avanzati;
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la fissazione di regole reciproche sia in ambito fitosanitario sia in ambito commerciale, per favorire un mercato trasparente.
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il mantenimento della qualifica di «specificità» del settore riso nell’ambito della prossima pianificazione della PAC;
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l’attuazione di campagne promozionali finanziate con fondi comunitari per incrementare il consumo di riso coltivato nell’Unione Europea.
Se vuoi approfondire l'argomento, grazie al servizio Rivista Digitale, leggi l'articolo online a pagina 18 de L'Informatore Agrario n. 7/2017! Clicca qui
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