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In un comunicato del Dipartimento per il commercio USA l'amministrazione americana uscente, quella di Obama, ha annunciato di voler riaprire il memorandum di intesa che nel 2009 aveva messo fine alla ventennale disputa sul blocco europeo all'import di carni di animali trattati con ormoni. Con toni diametralmente opposti a quelli concilianti degli ultimi anni, l'Esecutivo USA ha accusato l'Europa non solo di non aver saputo applicare l'accordo del 2009, ma anche di non aver voluto chiudere il negoziato per un trattato di libero scambio (TTIP) entro il 2016. 

Gli USA hanno quindi fissato a febbraio una «udienza pubblica» per individuare prodotti e Paesi membri dell'UE che potrebbero essere soggetti «all'imposizione di dazi supplementari, con l'obiettivo di risolvere questo contenzioso». Un salto indietro agli anni novanta, quando USA e Canada cominciarono la guerra commerciale imponendo tariffe aggiuntive dal 100 al 300% su alcuni prodotti tipici, come formaggi e tartufi provenienti dall'UE. 

Proprio per evitare l'inasprirsi delle tensioni commerciali con Washington alla vigilia dell'arrivo di un leader che si annuncia più protezionista dei suoi predecessori, le categorie produttive invitano al dialogo: «Pur ribadendo l'assoluta non negoziabilità del divieto di importazione nella UE di carne ottenute da animali trattati con ormoni – ricorda Assocarni – è necessario che l'UE si attivi con una soluzione tecnica che scongiuri il ritorno al cosiddetto carosello dei super dazi a rotazione semestrale sulle eccellenze alimentari europee esportate negli USA».


Se vuoi approfondire l'argomento, grazie al servizio Rivista Digitale, leggi l'articolo online a pagina 13 de L'Informatore Agrario n. 1/2017!  Clicca qui