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«Tagliando» PAC, De Castro: ridurre la burocrazia č possibile
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L’Informatore Agrario ha iniziato a puntare l’attenzione alla prossima revisione di medio termine della PAC, con l’obiettivo di non arrivare impreparati all’appuntamento, come accade spesso all’Italia. Con il risultato, visto troppe volte, di lamentarsi dei risultati senza avere cercato prima di far sentire la voce del nostro Paese.
Questa volta abbiamo chiesto il parere di Paolo De Castro, che nella Commissione agricoltura del Parlamento europeo è relatore del regolamento «omnibus», che contiene anche la riforma della PAC.
La PAC varata nel 2013, secondo De Castro, continua a mostrare dei limiti in almeno due ambiti distinti: per quanto riguarda gli strumenti per rispondere alle crisi e per ciò che concerne gli oneri burocratici. Per quanto riguarda questi ultimi un esempio chiaro ci viene fornito dal greening dei pagamenti diretti: pratica pensata per migliorare le prestazioni ambientali ma che si è rivelata un incubo burocratico.
La nuova PAC, spiega De Castro, dovrà poi essere in grado di trovare risposte adeguate e immediate in caso di drastico e improvviso calo del reddito. Per questo si cercherà di rendere più efficace lo strumento di stabilizzazione dei redditi, che potrà essere attivato in caso di crisi. Fino ad oggi è questo strumento è stato usato poco in Europa e la soglia di perdita di reddito che lo innesca è troppo alta per gli agricoltori.
I tempi previsti sembrano indicare che sarà possibile che la riforma di medio termine possa essere operative per il 2018. «A fine febbraio – dice De Castro - presenterò la proposta di riforma in Commissione agricoltura che verrà votata prima della fine dell’estate in modo da poter consentire di avviare i triloghi in tempo per concludersi al termine del prossimo anno.
Se vuoi approfondire l'argomento, grazie al servizio Rivista Digitale, leggi l'articolo online a pagina 8 de L'Informatore Agrario n. 46/2016! Clicca qui
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