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UE-Canada, accordo firmato

Con qualche giorno di ritardo rispetto a quanto previsto, causa impuntatura della Vallonia, il 30 ottobre scorso il CETA, cioè il trattato commerciale tra l'UE e il Canada, è stato firmato. Dopo la ratifica dell'Europarlamento, che dovrebbe arrivare in dicembre, entrerà in vigore nel 2017, anche se in modalità provvisoria che include l'azzeramento dei dazi e la parte che interessa settori come l'agricoltura e l'agroalimentare, con vantaggi per vini, olio d'oliva, pasta e prodotti dop.
La firma del 30 ottobre, secondo la Commissione europea, dovrebbe essere garanzia sufficiente per la futura piena entrata in vigore del CETA. In realtà, come dimostra la vicenda Vallonia, la procedura di ratifica che dovrà passare dai parlamenti nazionali e, in alcuni Paesi, dalle assemblee regionali, non è esente da rischi.
Con tutti i limiti del caso, la firma del CETA consente all'UE «esportare» i suoi standard nel mercato unico nordamericano, il NAFTA (Usa, Canada e Stati Uniti) e al Canada di sganciarsi dall'egemonia americana negli scambi. 
Mentre i concorrenti nella corsa alla Casa Bianca fanno proclami protezionisti, il pur fragile CETA può essere utilizzato dall'UE per dimostrare di essere l'unico blocco economico di un certa rilevanza a livello globale che ancora predica e, nonostante mille difficoltà, pratica l'apertura dei mercati invece della loro chiusura. 
Almeno fino al prossimo caso Vallonia. 


Se vuoi approfondire l'argomento, grazie al servizio Rivista Digitale, leggi l'articolo online a pagina 11 de L'Informatore Agrario n. 41/2016!  Clicca qui




 
 

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