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Tante criticità per il premio al grano duro

Non sono poche le limitazioni per accedere al premio grano duro contenute nel decreto ministeriale che sta prendendo corpo e che detta le modalità applicative della legge approvata questa estate (n.160 del 7 agosto scorso) per, tra l’altro, favorire l’aggregazione, valorizzare i contratti di filiera cerealicoli e migliorare la qualità del prodotto, stanziando complessivamente 10 milioni di euro, di cui 3 milioni per il 2016 e 7 per il 2017. Il premio sarà massimo di 100 euro per ettaro e spetterà fino a un massimo di 50 ettari per soggetto beneficiario. Questo della soglia massima di ettari ammessi a premio è un primo “paletto” stabilito dalla norma. Un altro ostacolo è che l’aiuto concesso non può superare i limiti del famigerato de minimis agricolo. In pratica, ogni soggetto beneficiario (l’azienda agricola che produce grano duro nell’ambito di un contratto di filiera) non potrà incassare più di 15.000 euro di aiuti in tre anni. A patto di non avere altri pagamenti de minimis che concorrano, con questo incentivo per il grano duro, al raggiungimento della soglia triennale.
Ulteriore limite è la possibilità di ottenere l’incentivo per ettaro solo in caso di adesione a un contratto di filiera firmato entro 30 giorni dalla pubblicazione del decreto. Il tempo a disposizione per raccogliere le adesioni attorno a nuovi contratti di filiera è veramente poco ed è concreta la possibilità che i finanziamenti siano praticamente già assegnati ai contratti di filiera in essere.


Se vuoi approfondire l'argomento, grazie al servizio Rivista Digitale, leggi l'articolo online a pagina 10 de L'Informatore Agrario n. 38/2016!  Clicca qui




 

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