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Xylella: gli abbattimenti sono leciti. Ora che si fa?

Le misure decise dall'UE per contrastare il diffondersi del batterio Xyella fastidiosa sul territorio dell'Unione sono valide, proporzionate e giustificate, compresa quella più contestata, cioè l'obbligo di abbattere le piante sane o asintomatiche – suscettibili di infezione – nel raggio di 100 metri da quelle infette. Lo ha sentenziato la Corte di Giustizia europea, chiamata in causa dal Tar del Lazio in merito al ricorso di alcuni agricoltori.
La sentenza della Corte chiarisce una volta per tutte che nella sua proposta la Commissione non ha ignorato il principio di precauzione, come spesso è stato sostenuto, ma lo ha pienamente applicato. Basta che esista il ragionevole dubbio che una pianta possa essere colonizzata dal batterio per ordinarne l'abbattimento. 
Ricordiamo che ad aprile 2016 l'UE ha approvato una nuova definizione delle zone di intervento, in cui l'area di contenimento – nella quale l'azione più drastica è il taglio delle sole piante infette e non delle altre ed è limitata a una fascia di 20 km – è stata spostata più a Nord, oltre i focolai del brindisino. L'effetto pratico di questa decisione è che, se il batterio non si manifesta fuori dall'area di contenimento, la misura dell'abbattimento delle piante sane non si applica. 
La nuova zonizzazione è il riconoscimento implicito che il batterio ha superato i confini del Salento dove era considerato endemico secondo la mappa dell'aprile 2015. È il riconoscimento di una sconfitta, ma è anche un modo per consentire alle autorità italiane di gestire la situazione evitando di dover imporre le misure più drastiche. 
Intanto, dalla task force anti Xylella riunita in Puglia è uscita l’idea di dichiarare gli olivi secolari «vestigia storica»: geniale proposta che sicuramente fermerà il diffondersi del batterio.


Se vuoi approfondire l'argomento, grazie al servizio Rivista Digitale, leggi l'articolo online a pagina 8 de L'Informatore Agrario n. 24/2016!  Clicca qui





 

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