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Anche Bruxelles bacchetta Agea

Bruxelles tiene sotto osservazione Agea: il fatto emerge da diverse lettere in possesso de L'Informatore Agrario, provenienti dalla Direzione generale agricoltura della Commissione europea (Dg Agri) e indirizzate alle autorità italiane. Si tratta di una corrispondenza nell'ambito di diversi casi sollevati nella «procedura di verifica di conformità» (anche di «liquidazione dei conti»), che la Commissione esegue periodicamente.
In una lettera datata 16 marzo 2016 si legge delle «serie carenze» e delle «debolezze identificate» nell'applicazione del Piano di azione che Agea ha adottato per allinearsi ai nuovi requisiti che la riforma della Pac prevede per gli organismi pagatori. Secondo la Commissione, le carenze riguardano in particolare l'accuratezza e l'affidabilità dei dati forniti dai Caa (Centri assistenza agricola), la gestione del registro dei debitori, la supervisione dell'attività del Sin.
In un'altra missiva, datata 24 febbraio 2016, la Dg Agri arriva alla conclusione che il rispetto dei criteri di riconoscimento dell'Agea, in particolare la gestione del debito e del registro dei debitori, non è stato conforme alle norme UE e chiede quindi la restituzione di oltre 158 milioni da parte dello Stato italiano
In un'altra lettera più recente, datata 12 aprile, si tirano le somme di diverse inchieste e audit della Commissione, alcuni risalenti al 2013, che hanno riguardato le carenze del Sipa, il Sistema di identificazione delle parcelle e si chiede la restituzione di circa 200 milioni di euro
In entrambi i casi non si può parlare di cifre definitive perché l'Italia potrebbe ricorrere allo strumento della conciliazione.

Per approfondire l'argomento scarica l'articolo completo pubblicato su L'Informatore Agrario n. 18/2016

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