Nei prossimi mesi la Commissione europea e i rappresentanti dei Paesi del mercato comune dell'America Latina – o Mercosur, che include Argentina, Brasile, Uruguay, Paraguay e Venezuela – dovrebbero procedere a un nuovo «scambio di offerte» nel quadro di un accordo di libero scambio che fa tremare buona parte dell'agricoltura europea, soprattutto quella che produce cereali e carni.
D'altra parte Argentina e Brasile sono vere potenze commerciali negli scambi di materie prime agricole. Solo per dare un'idea, sono i più importanti fornitori dell'Europa per la soia con quote rispettivamente di oltre 14 milioni di tonnellate l'anno per Brasilia, e quasi 9 milioni di tonnellate per Buenos Aires.
Ma la questione più controversa è quella delle carni: dal manzo al pollame, gli allevatori europei non potrebbero mai competere con quelli latinoamericani. Il Brasile, in particolare, è anche un protagonista degli scambi globali di zucchero, caffè e succo d'arancia concentrato.
La velocità con cui la Commissione europea vorrebbe riprendere il negoziato non piace a molti. Il nuovo scambio di offerte, ivi incluse quelle per i prodotti agricoli sensibili, è apertamente osteggiato da Francia, Irlanda e – sostiene Parigi – altri 13 Paesi, che hanno chiesto alla Commissione di frenare.
La richiesta si basa su tre motivazioni, tutte legate all'attuale crisi dell'allevamento: in questo contesto, scrive la delegazione francese, riaprire il controverso negoziato con i Paesi latino-americani aumenterebbe il rischio di una grave destabilizzazione dei mercati europei, rafforzerebbe uno «squilibrio nei colloqui», potrebbe rinforzare «sentimenti anti-europei», con un effetto domino su altri accordi commerciali previsti, come il Ttip.
La Francia, appoggiata da altre delegazioni, prima di iniziare a discutere chiede di vedere l'analisi di impatto promessa dal commissario europeo all'agricoltura ai ministri nel febbraio 2016, prima di compiere altri passi di avvicinamento.
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