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Fissato il prezzo del latte a 37 centesimi al litro
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Si è conclusa dopo mesi di trattative l’intesa sul prezzo del latte alla stalla per gli allevatori lombardi, fissato a 37 centesimi al litro. L’accordo è stato firmato tra Confcooperative Lombardia e le rappresentanze regionali dei sindacati di categoria nel corso del Tavolo sul Latte convocato lo scorso 28 luglio dall’assessore all’Agricoltura di Regione Lombardia Gianni Fava.
Il protocollo non inciderà tanto sulle quotazioni del prezzo del latte dei produttori dei caseifici sociali, le cui quotazioni sono ben al di sopra dei prezzi di mercato (l’anno scorso la segnato cooperativa Alpe del Garda ha toccato quasi i 60 centesimi al litro, il 25% in più rispetto a quello pagato dagli industriali), ma i conferitori esterni da cui le cooperative, che lavorano oltre il 50% della produzione del latte lombardo, acquistano la materia prima da trasformare o commercializzare.
«Abbiamo studiato per diversi mesi gli indici da utilizzare e che hanno lo scopo di valorizzare la destinazione d'uso del latte, per rafforzare la filiera della produzione di dop come il Grana Padano o il Parmigiano Reggiano – ha spiegato il presidente di Confcooperative – Fedagri Lombardia Fabio Perini.
«Specialmente in un momento di crisi come questo, noi, che puntiamo in modo particolare sulla trasformazione in formaggi dop – ha continuato – riteniamo che i produttori di latte vadano sostenuti per non mettere a rischio questi prodotti, sempre più cruciali per l'export e anche per i consumatori italiani, sempre più attenti a quello che acquistano».
Per il prezzo, nessuna quota fissa però. La valutazione spetterà di volta in volta ad un tavolo tecnico creato ad hoc secondo l’andamento del mercato. I meccanismi di indicizzazione prevedono, infatti, una quotazione derivante dal «peso» di tre sotto-panieri: il prezzo dei derivati del latte sul mercato nazionale (55%), sul mercato estero (25%) e il prezzo delle materie prime per l’alimentazione zootecnica (20%).
A partecipare al tavolo anche Assolatte, l’Associazione Italiana Lattiero Casearia che ha rinviato la sottoscrizione dell’accordo.
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