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Emergenza acqua: urge un Piano irriguo

La due giorni dell’Associazione nazionale consorzi gestione tutela territorio e acque irrigue (Anbi) sul tema «Il cibo è irriguo», con il momento di punta nel convegno tenutosi a Palazzo Italia di Expo 2015, ha coinciso con un momento di grande attualità per la persistente siccità in tutte le aree del Paese, con autentici bollettini di guerra sulla ridotta disponibilità di acqua, fatti di dati e percentuali negative e in continuo aggiornamento. Il caso più emblematico, evidenziato durante le torride giornate della convention del 22 e 23 luglio scorsi, è stato quello del fiume Po, con il livello idrometrico in picchiata, ma non vanno certo meglio i principali laghi italiani, sicché anche i temporali dei giorni successivi non hanno inciso in modo significativo su una situazione che era e resta molto preoccupante. Questo scenario non poteva che rendere ancora più alta la voce delle bonifiche italiane, tant’è che il presidente dell’Anbi, Francesco Vincenzi − nel denunciare l’assenza di scelte di fondo sul Piano irriguo nazionale così come l’eccessivo consumo di suolo, accompagnati dalle conseguenze dei cambiamenti climatici − ha ricordato a Governo e istituzioni che «siamo alla vigilia della richiesta dello stato di calamità naturale per l’agricoltura; quindi, ancora una volta, serviranno risorse per riparare danni e non per incentivare uno sviluppo programmato. C’è bisogno invece di una strategia di lungo periodo per il consolidamento del patrimonio rurale e agroalimentare, evitando che il Paese debba affidare il proprio futuro agricolo e quello degli imprenditori del settore agli umori di Giove pluvio». 

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