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Generalmente, gli agricoltori vedono nelle pratiche del greening introdotte dalla riforma della Pac dei nuovi vincoli. Come recuperare il rapporto tra agricoltura e ambiente in modo che abbia senso dal punto di vista economico?

- Se si guarda all'agricoltura come attività economica, il suo scopo primario è darci cibo per vivere. Ma al tempo stesso ci sono alcuni effetti collaterali, connessi con il mantenimento della fertilità dei suoli e il loro utilizzo, il declino della biodiversità, la gestione e l'inquinamento delle acque. Tutte queste cose sono importanti per i cittadini e sono essenziali anche per gli agricoltori. Ecco perché questa riconciliazione tra economia e ambiente è in qualche modo obbligatoria. A questa esigenza si deve rispondere nel miglior modo possibile, se vogliamo mantenere la nostra capacità di produrre cibo sul lungo termine in modo stabile e redditizio, e far sì che il nostro capitale naturale possa essere valorizzato a questo scopo.

- Quali sono i contributi che a questa riconciliazione possono dare concetti come economia circolare e bioeconomia?
- In un certo senso, l'agricoltura come attività economica è già legata alla circolarità propria della natura. Troppe volte, per esempio quando parliamo di fosforo o di utilizzo dei nutrienti, vediamo che non siamo capaci di chiudere il cerchio. Dovremmo indirizzare il nostro modo di produrre sempre più verso la circolarità della natura, smettere di comportarci come se non le appartenessimo per cominciare lavorare assieme ad essa.