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Vinitaly 2015: temi caldi Expo e burocrazia

L’edizione 2015 di Vinitaly ha avuto, oltre ovviamente ai gioielli dell’enologia italiana, un altro protagonista: Expo. L’Esposizione mondiale di Milano è stata infatti al centro di quasi tutti i discorsi, a cominciare dall’illustrazione della «filosofia» alla base del Salone dedicato al vino all’interno del Padiglione Italia, ma più in generale con un’aspettativa forse eccessiva dei possibili effetti positivi.
Per capire cosa lascerà di buono l’Expo per il nostro agroalimentare occorrerà aspettare qualche mese, ma intanto il vino italiano può già godersi il successo di Vinitaly, che cresce insieme ai numeri di un comparto trainante per tutta l’economia italiana. Come ha sottolineato il ministro Maurizio Martina durante l’inaugurazione, nessun settore in Italia può vantare i risultati di quello vitivinicolo, che in 30 anni è passato da una crisi potenzialmente distruttiva, quella del 1985, ai vertici mondiali.
Il ministro Martina ha affrontato temi concreti, rivendicando i risultati ottenuti negli ultimi 12 mesi e annunciando i prossimi passi. Il filo conduttore dell’azione governativa è rappresentato dal tentativo di ridurre la burocrazia, un «macigno» che pesa sulle spalle dei vitivinicoltori e di tutti gli agricoltori. Tra gli obiettivi già raggiunti Martina ha ricordato il Registro Unico dei controlli, decreto già approvato e che attende il via libera della Conferenza Stato-Regioni. In questo contesto si sta spingendo molto per ché prenda piede l’istituto della diffida da notificare al produttore prima che parta la sanzione. Obiettivo raggiunto anche per i Registri telematici dei vini, una «dematerializzazione » che potrebbe eliminare 64.000 documenti cartacei. 

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