La nutrizione minerale della vacca in asciutta è molto importante per la vacca da latte. Qual è il corretto rapporto calcio/fosforo della razione in questa fase?
Nonostante che da molti anni sia l’INRA nell’“Alimentation des bovins & caprins” del 1988, sia il National Research Council (2001) nel Nutrient Requirements of Dairy Cattle, vengano consigliate per le bovine negli ultimi mesi di gravidanza razioni con un rapporto calcio\fosforo di circa 2:1 esistono ancora titubanze.
Spesso si confonde il fabbisogno delle bovine con l’integrazione minerale da utilizzare e quindi il suo rapporto calcio\fosforo che ovviamente “aggiusta” quello della razione di base e dei minerali in essa contenuti.
Perché bisogna controllare la vomitossina ( DON ) negli alimenti destinati alla vacca da latte ?
Se pur con una percentuale modesta ( 16,8%), una parte dei lettori ha indicato nella riduzione dell’ingestione il grave danno provocati alla vacca da latte all’ingestione di alimenti contaminati dal DON. La bovina è in grado di difendersi dalla sua tossicità non ingerendo gli alimenti contaminati e se ciò avviene degradandone una buona parte nel rumine.
In un allevamento di razza Frisona gestito con un unico gruppo in lattazione e che produce circa 30 kg (media) di latte qual è la corretta concentrazione proteica della razione (sulla sostanza secca)?
In questo caso oltre il 30% dei lettori ha indicato come corretta una razione con una concentrazione proteica compresa tra il 15,5 e 16,5% di proteina per un gruppo unico di bovine di medio-alta produzione. E’ rassicurante constatare che un esiguo numero di risposte ha ritenuto corretta una razione con meno del 15% di proteine. In ogni caso è consigliabile affidarsi alla tabelle o ai software di calcolo dei fabbisogni per evitare pericolosi eccessi e carenze nelle bovine.
Come valutare la concentrazione di urea nel latte di massa in una stalla da 30 kg di media produttiva?
Anche se le risposte più numerose hanno correttamente indicato corretto il range 24-30 mg/dL, un buon 18% ritiene ideale un valore inferiore a 20 mg/dL. Se pur concettualmente corretto un livello d’urea molto bassO può indicare gravi carenze di azoto nella razione o nella peggiore delle ipotesi una scarsa funzionalità epatica.
Qual è la concentrazione ideale di amido di una razione per una stalla con un unico gruppo di vacche in lattazione e con una produzione media di 30 kg di latte?
Pur non essendo mai stato descritto con certezza un fabbisogno ideale di amido la risposta corretta era “la più alta possibile, ma controllando i sintomi dell’acidosi ruminale”. E’ certamente importante che si produca più acido propionico possibile e ciò avviene per la fermentazione ruminale di amido ma la concentrazione ideale di amido dipende dalla qualità dei foraggi, dal tipo di proteine utilizzate, dalla qualità del carro unifeed che prepara la razione e dalla presenza o meno di stress da caldo. Cioè da moltissime variabili. Pertanto può essere pericoloso fissare a 29-31% il fabbisogno ideale di amido se non ci sono efficienti sistemi di controllo dell’acidosi ruminale.
Quando una stalla è in acidosi quali sono i primi campanelli d’allarme?
La maggior parte delle risposte si sono suddivise tra chi ritiene che il grasso del latte sia il sintomo più precoce e chi ha correttamente indicato il calo d’ingestione. Le bovine moderne hanno un potenziale genetico piuttosto elevato e sono state selezionate per produrre anche molto grasso nel latte. Questa condizione le porta, in caso di acidosi ruminale, ad attuare un intenso dimagrimento e quindi liberare molti acidi grassi corporei prontamente reclutati dalla mammella per la sintesi del grasso del latte, vanificando pertanto il sintomo del basso grasso nel latte come patognomonico di acidosi ruminale.
Se un insilato è molto caldo cosa fare?
Oltre un terzo delle risposte ha indicato con correttezza che se l’insilato è molto caldo è necessario ridurne l’impiego nella razione in quanto l’elevata temperatura è espressione di una fermentazione anomala che può aver arricchito l’insilato di sostanze tossiche. Il farlo raffreddare non evita che le bovine possano ingerire sostanze o microrganismi indesiderati, ma forse ne aumenta solo l’appetibilità.
Cosa è meglio fare se l’urea nel latte di massa è molto alta?
La scelta più corretta in caso di un’elevata concentrazione di urea nel latte è quella di inserire fibre più digeribili e ridurre eventualmente la frazione degradabile della razione. La riduzione del livello proteico o l’incremento di amido può contribuire a un ulteriore riduzione del numero di batteri che fermentano la fibra, notoriamente grandi consumatori di azoto non proteico e tra le prime cause di innalzamenti dell’urea nel latte come può avvenire nelle fasi iniziali dell’acidosi ruminale.
Qual è la corretta ingestione di sostanza secca di un gruppo unico di vacche in lattazione con 30 kg di media durante la primavera?
In primavera solitamente la temperatura e l’umidità relativa sono nel range del confort termico della vacca da latte. In questo periodo l’ingestione è generalmente un po’ inferiore a quella invernale per cui un ingestione di 23-24,5 chilogrammi è la risposta corretta . Ingestioni medie inferiori a 21,5 kg possono essere l’espressione di un cattivo benessere, di errati piani alimentari o di problemi sanitari in allevamento.
Come si fa ad aumentare l’energia di una razione?
Molto incoraggiante è che la risposta a questa domanda sia stata “migliorando le fermentazioni ruminali” in considerazione che la fisiologia dei ruminanti è molto diversa da quella dei monogastrici e che quindi la “strada degli amidi e dei grassi” non è la sola percorribile.
Da cosa dipende la percentuale di lattosio nel latte di massa?
Le risposte a questa domanda sono state piuttosto confuse e contrastanti anche se il oltre il 15% di coloro che hanno risposto al questionario ha correttamente indicato nei giorni medi di lattazione, numero di lattazione e infiammazione della mammella i fattori più condizionanti. La concentrazione di amido e di energia della razione possono, seppur in condizioni estreme, modificare non tanto il lattosio del latte di massa, ma quello delle singole bovine a patto che non ci siano infiammazioni mammarie. Misurare il bilancio energetico della razione attraverso il lattosio sia di massa sia individuale può essere molto pericoloso e fuorviante.
Come si fa ad aumentare la percentuale di grasso nel latte di massa?
La maggioranza delle risposte ha indicato correttamente nell’aumento della digeribilità della fibra la migliore strada da percorrere anche se un lieve effetto si può ottenere con l’inserimento nella razione di grassi rumino-protetti.
|