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Far rispettare le regole che riguardano l’immissione sul mercato dei prodotti fitosanitari e il loro corretto utilizzo è certamente necessario ma, come in tutte le cose, ci vorrebbe un po’ di buonsenso.
Un ingrediente che evidentemente hanno ignorato gli estensori del decreto legislativo n. 69, pubblicato recentemente in Gazzetta Ufficiale, che si occupa della disciplina sanzionatoria per la violazione del reg. 1107/2009.
Il problema è che il legislatore ha sostanzialmente messo sullo stesso piano le imprese che producono e commercializzano i prodotti fitosanitari e gli agricoltori che li utilizzano, con sanzioni che vanno da 15.000 a 150.000 euro.
L’esperienza nei controlli dimostra che spessissimo le infrazioni contestate alle aziende agricole derivano da informazioni carenti o non sufficientemente chiare, oppure anche tecnicamente discutibili; inoltre riguardano aspetti che non hanno rilevanza dal punto di vista del danno o del pericolo per la salute e per l’ambiente. Mettere queste violazioni sullo stesso piano di quelle a carico del produttore non appare logico, così come è intuitivo che una sanzione da 15.000 euro per un’azienda agricola è «un po’» più pesante che per una multinazionale.
Adesso si aspettano interventi correttivi, ma non si poteva pensarci prima?

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