Certificati antimafia, rischio slittamento per gli anticipi Pac

Soldi

Si rischia una paralisi degli uffici preposti e il ritardo dei pagamenti a favore degli agricoltori italiani. L’ultimo allarme sui problemi connessi alla presentazione dei certificati antimafia è stato lanciato da Confagricoltura di Siena che teme lo “slittamento dei pagamenti previsti per il 30 novembre per effetto dei ritardi nell’adeguamento del sistema informatico relativo agli adempimenti del certificato antimafia”. L’organizzazione ha denunciato che “oltre 103 domande di contributo Pac 2018, per un importo di circa 2 milioni di euro, sono nel limbo della burocrazia, con inevitabili conseguenze per l’attività degli agricoltori della provincia di Siena”.
Nel giro di due anni la questione dei certificati antimafia si è maledettamente complicata. Fino al 2017, infatti, la documentazione rilasciata dalle Prefetture era richiesta solo alle aziende con oltre 150.000 euro di aiuti comunitari. Per il 2018 la soglia dei pagamenti oltre la quale è necessaria la certificazione è stata fissata a 25.000 euro. Dal 2019 l’obbligo si abbasserà ulteriormente a 5.000 euro.
“L’introduzione di una normativa dall’intento nobile – spiega il direttore della Confagricoltura di Siena, Gianluca Cavicchioli – rischia ora di danneggiare proprio chi dovrebbe difendere. È una situazione che viviamo, insieme ai nostri associati, con preoccupazione e impotenza. Chiediamo alla Regione Toscana e alle Prefetture di sederci attorno a un tavolo per trovare una soluzione adeguata alle esigenze di tutti. La nostra proposta è di erogare gli acconti a quelle aziende in cui le Prefetture non ravvedono criticità, salvo poi rivalersi in un secondo momento in sede di saldo”.
In base agli ultimi dati nazionali sulla distribuzione per fasce di importo dei soli pagamenti diretti, la situazione è la seguente: circa 1.500 beneficiari incassano oltre 150.000 euro l’anno di contributi, circa 36.000 hanno pratiche con oltre 25.000 euro e, infine, ci sono 250.000 beneficiari con aiuti oltre 5.000 euro.
Questi dati non includono i pagamenti dello sviluppo rurale, gli interventi settoriali e le richieste relative alle concessioni demaniali. In base alle stime delle organizzazioni agricole, nel complesso, sarebbero oltre mezzo milione i certificati antimafia da produrre a regime ogni anno, restando la soglia dei 5.000 euro fissata con la legge del 2017. Chiaramente si sta andando incontro a un grave pericolo, ove gli uffici della Pubblica amministrazione competenti (Prefetture e organismi pagatori) non dialoghino tra loro in maniera rapida, trasparente ed efficace.

 

Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 37/2018 a pag. 9
Certificato antimafia: rischiano di slittare gli acconti Pac 2018
L’articolo completo è disponibile anche sulla Rivista Digitale